I dark post sono annunci "nascosti" che non inquinano il feed del tuo brand: sono pubblicità create per apparire solo nelle timeline delle persone che scegli tu. Funzionano come messaggi mirati, visibili soltanto agli occhi giusti e utili per testare creatività senza spammare tutti.
Dal punto di vista tecnico li gestisci dal pannello adv: scegli audience, budget, posizionamenti e varianti creative; poi lasci che l'algoritmo mostri il messaggio solo a chi ha maggior probabilità di interagire. Così puoi fare A/B test veloci e tagliare le creatività che non funzionano.
Perché funzionano? Perché premiano la rilevanza: più il contenuto è personalizzato, più sale il CTR e cala il costo per conversione. Se usi messaggi diversi per segmenti diversi, ottieni insight subito azionabili e migliori risultati senza aumentare il rumore intorno al marchio.
Usali per lanciare prodotti, testare headline, promuovere offerte locali o parlare a micro-segmenti senza allertare concorrenti. Sono perfetti anche per gestire comunicazioni sensibili: non compaiono sulla pagina pubblica, quindi eviti discussioni inutili e limiti il danno reputazionale.
Consiglio pratico: parti con pochi annunci diversi, misura conversioni reali, ruota creatività ogni pochi giorni e non dimenticare le policy della piattaforma. Se vedi calo d'interesse, cambia pubblico o messaggio: i dark post sono potenti, ma non immortali.
Pratico e lievemente subdolo: sui feed di Instagram i post sponsorizzati nascosti permettono di parlare a segmenti molto precisi senza intasare l estetica pubblica del profilo. Sono lo strumento giusto per sperimentare formati nuovi, cambiare messaggio in funzione dell audience e testare idee senza imbrattare il grid ufficiale.
Usali quando ti serve rapidita di test e controllo assoluto dell audience. Sono perfetti per A/B test di visual e headline, per promozioni geotargettate in singole citta e per spinte commerciali rivolte a chi ha gia mostrato interesse, come chi ha abbandonato il carrello. Evita di usarli come unico canale per costruire fiducia.
Quando evitarli? Se l obiettivo e costruire una narrazione di marca coerente nel tempo o nutrire la community organica. L uso eccessivo frammenta la voce del brand e puo confondere nuovi visitatori. Monitora CTR, CPA e frequency: se la frequency sale troppo la creativita perde efficacia e il CPA peggiora.
Regole pratiche per non sbagliare: non piu di tre varianti attive per campagna, rotazione creativa settimanale e KPI chiari prima del lancio. Parti con budget ridotto e scala solo le creativita che superano la baseline. In sintesi, usa i post nascosti per sperimentare e convertire, non per nascondere errori di strategia.
La magia non sta nel trovare milioni di persone, ma nel parlare a dieci con la voce giusta. Con i dark posts puoi costruire mini-camere di risonanza: messaggi iper-rilevanti per micro-segmenti che rispondono meglio, costano meno e convertono di più. Non servono budget da blockbuster, serve precisione chirurgica e creatività adattata.
Per cominciare, pensa a segmenti da poche centinaia a qualche migliaio: clienti freddi con un interesse di nicchia, visitatori che hanno visto una pagina specifica, o chi ha interagito con una tipologia di contenuto. Ecco tre esempi concreti da testare subito:
Misura ogni dark post come un esperimento: KPI chiari, finestra di test definita e varianza minima tra creative. Usa copy e creatività su misura per il segmento, applica frequency cap e sposta budget solo ai winner. Quando trovi la combinazione giusta, scala gradualmente mantenendo un occhio sui CPM e sulla saturazione: i piccoli segmenti vincenti diventano i tuoi amplificatori silenziosi.
Vuoi che anche i micro‑budget lavorino come i grandi? Tratta i post nascosti come un laboratorio: pochi euro al giorno per testare ipotesi creative, mettere in croce le headline e scoprire cosa davvero muove click e conversioni. Qui trovi cinque trucchi pratici, veloci da mettere in campo e facili da misurare.
Trucco 1: Micro‑test continui. Lancia decine di varianti con budget minimo (anche 2–5€ al giorno) e lascia che i numeri parlino: uccidi i peggiori, raddoppia i vincenti. Trucco 2: Creatività modulare: crea asset componibili (visual, headline, CTA) e scambiali senza rifare il set completo; risparmi tempo e moltiplichi le combinazioni esplorate.
Trucco 3: Target slicing: usa dark posts per messaggi diversi su micro‑segmenti; spesso una piccola modifica di tono o immagine fa schizzare il CTR. Trucco 4: Sfrutta orari e placement come variabili: testa finestre temporali e rialloca budget verso le fasce che performano meglio, anche nel giro di 48 ore.
Trucco 5: Regole d'oro: automatizza pause e scaling (soglie di CTR, CPA o conversioni) così i vincitori crescono senza sprechi. Regola pratica: dedica il 10–20% del budget ai test, mantieni rotazione creativa alta e tratta i dark posts come il tuo banco di prova — sperimenta, misura, scala.
Quando usi dark posts i numeri non mentono... ma possono raccontare storie sbagliate. Le 'vanity metrics' sono il trucco più comune: like e reach stanno bene sul report, ma non pagano le bollette. Impara a separare rumore e segnale prima di esultare.
Quindi cosa guardare davvero? Parti da CPA e ROAS, dal tasso di conversione e dalla qualità del traffico: bounce rate, tempo medio sulla pagina e profondità di visita. Monitorare micro-conversioni che anticipano l'acquisto ti aiuta a capire se il pubblico è davvero interessato o solo curioso.
Non esiste una metrica universale, ma queste tre ti tengono coi piedi per terra:
Evita l'errore dell'attribuzione last-click: usa finestre multiple, confronta view-through e click-through e fai cohort analysis per vedere se il valore persiste nel tempo. Svolgi A/B test con gruppi di controllo per misurare uplift reale, non solo variazioni casuali.
Suggerimento pratico: scegli 1–2 KPI guida, imposta report settimanali e alert automatici, e considera i dark posts come laboratorio di segmentazione e creatività, non come specchietto per le allodole. Sii curioso, non pigro.
07 November 2025