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Email Marketing non è morto lo stai solo facendo male — ecco come farlo decollare da subito

La tua lista non è un megafono: segmenta, personalizza, guadagna

Non trattare la tua lista come un megafono: è una stanza piena di conversazioni in attesa. Invece di urlare lo stesso messaggio a tutti, pensa a chi sono davvero i destinatari, cosa hanno comprato, quando hanno aperto l'ultima mail e perché hanno smesso di rispondere. Pochi segmenti intelligenti possono trasformare tassi d'apertura piatti in click, e click in vendite.

Inizia con segmenti semplici e pratici: nuovi iscritti, acquirenti ricorrenti, carrelli abbandonati, clienti dormienti e fan attivi. Usa dati comportamentali (pagine viste, interazioni), demografici quando utili e la fonte d'iscrizione per personalizzare il tono. Non serve un CRM spaziale: anche tag, campi personalizzati e regole automatizzate bastano per cominciare.

La personalizzazione non è solo il nome nel subject. Mostra prodotti visti, offri raccomandazioni basate sull'ultima visita, misura l'ora migliore per inviare e adatta il contenuto al lifecycle. Sperimenta subject diversi, preheader dinamici e blocchi condizionali dentro l'email: piccoli test A/B rivelano molto più di un'ipotesi elegante.

4 mosse veloci: crea una welcome series che converte, lancia una sequenza cart-abandon con reminder + offerta leggera, riattiva i dormienti con contenuti esclusivi. Monitora open rate, CTR e revenue per destinatario; se migliora anche solo una di queste metriche sei già in volo. Piccoli segmenti + messaggi rilevanti = email che vendono senza fare rumore.

Oggetti irresistibili: 8 formule che spingono all'apertura senza sembrare spam

Gli oggetti sono il piccolo spot che decide se la mail verrà aperta o ignorata. Non servono frasi roboanti: servono formule che colpiscano la curiosita, promettano valore e rispettino il lettore. Qui trovi otto modelli pronti all uso, spiegati in modo pratico per evitare l effetto spam e aumentare le aperture reali.

Curiosita: "Hai 3 minuti? Scopri come X funziona"; Beneficio diretto: "Risparmia 30% sul prossimo acquisto"; Urgenza soft: "Ultime 24 ore per accedere"; Numero + risultato: "5 trucchi per raddoppiare l engagement"; Personalizzato: "Mario, questo potrebbe aiutarti"; Domanda provocatoria: "Sei sicuro di conoscere questo segreto?"; Social proof: "10.000 utenti gia connessi"; Sorpresa gratuita: "Regalo per te: guida gratuita". Prova a sostituire X con il vantaggio concreto.

Regole pratiche: mantieni oggetto sotto 50 caratteri per smartphone, allinea il preview text con la promessa, evita parole clicca qui o troppi punti esclamativi che attivano i filtri. Testa due varianti per segmento e misura aperture e conversioni, non solo opens: un buon oggetto porta click utili.

Per iniziare scegli due formule, scrivi tre varianti ciascuna e lancia un A/B su una settimana. Piccoli aggiustamenti di tono e lunghezza fanno miracoli: non serve essere invasivi, serve essere chiari e rilevanti. Prova ora e osserva l effetto sulle metriche.

Automazioni che vendono mentre dormi: welcome, nurture e carrello abbandonato

Non servono grandi budget per far funzionare le automazioni: serve strategia. Parti da tre flussi ben calibrati che coprono il primo impatto, la relazione e il recupero della vendita persa. Ogni messaggio deve avere uno scopo chiaro, una call to action semplice e un trigger che scatta al momento giusto.

  • 🆓 Benvenuto: invia subito una mail calorosa con un piccolo vantaggio o risorsa gratuita per creare slancio e aspettativa.
  • 🤖 Nurture: invia sequenze basate sul comportamento: contenuti educativi per chi apre, offerte per chi clicca, social proof per i tentennanti.
  • 🚀 Carrello: ricordalo dopo 1 ora, dopo 24 ore con prova sociale e dopo 72 ore con un incentivo limitato; varia soggetti e immagini per incrementare il recupero.

Piccoli trucchi pratici: usa nome e prodotto dinamico nel subject, prova oggetti brevi e curiosi, attiva fallback per chi non apre. Mantieni 3 messaggi per flusso massimo, evita l effetto spam con tempo e contenuto rilevante.

Misura ogni step: open rate, CTR, tasso di recupero carrelli e ricavi per email. Se il welcome apre poco, cambia subject; se il nurture non converte, rivedi la proposta di valore. Inizia oggi con test A/B e lascia che le automazioni vendano mentre fai altro.

Design che fa clic: layout semplici, CTA enormi, mobile first

Design che converte non è questione di effetti speciali ma di chiarezza: via i layout confusi, dentro una colonna sola che guida lo sguardo. Spazio bianco come respiro visivo, gerarchia tipografica netta e blocchi di contenuto corti e scansionabili fanno il lavoro pesante. Se l occhi cade, catturalo: titolo, sottotitolo, immagine evocativa e poi la chiamata all azione, senza distrazioni.

Pensa a pulsanti enormi e concreti: colori ad alto contrasto, testo verbale e orientato all azione (es. Compra ora, Richiedi demo), e dimensioni che permettono il clic con il pollice. Mantieni una sola CTA principale per email e ripetila 2-3 volte: una sopra la piega, una nel corpo e una in chiusura. Evita opzioni multiple che generano indecisione: meno scelte = più conversioni.

Progetta prima per mobile e poi scala su desktop. Font leggibili, dimensioni almeno 16px per il corpo, padding generoso attorno ai pulsanti (>44px di area tappabile) e immagini ottimizzate per ridurre tempi di caricamento. Usa font di sistema quando possibile per velocizzare il rendering e ridurre salti di layout. Contenuti verticali, righe brevi e CTA centrata sono la formula pratica per essere immediati sullo schermo piccolo.

Infine, rendilo misurabile: A/B testa layout, colori e copy della CTA, traccia i clic distinti per mobile e desktop e tieni d occhio il tempo di apertura. Piccoli aggiustamenti grafici hanno impatto grande se guidedati dai dati: cambia un colore, misura, ripeti. Design semplice, CTA enorme e mobile first = email che non vengono ignorate ma cliccate.

Metriche che contano davvero: dall'open rate al fatturato, con A/B test furbi

Non inseguire solo i click: prima di tutto controlla la deliverability e poi misura ciò che impatta il fatturato. Il Deliverability ti dice se l'email arriva; il Open rate ti indica curiosità; il Click rate e la Conversion rate misurano interesse e guadagno reale — perché gli open non pagano l'affitto.

Trasforma i KPI in soldi: calcola il Revenue per recipient (ricavi totali / destinatari), l'AOV e il CAC. Segmenta per canale e pagina di atterraggio: spesso aumenta il revenue per destinatario più che il semplice CTR, e lì c'è il vero margine di crescita.

Fai dell'A/B test un'arte: cambia una sola variabile alla volta (oggetto, preheader, sender, CTA, layout), assegna gruppi casuali, usa campioni sufficienti e attendi 48–72 ore prima di dichiarare un vincitore. Se non trovi significato statistico, fai un altro test invece di affidarti all'intuizione.

Checklist veloce: automatizza i flussi che convertono, re-ingaggia i freddi prima di cancellarli, riduci il tasso di unsubscribe con offerte personalizzate e monitora le spam complaint. Parti con un esperimento semplice questa settimana e misura il ritorno: l'email marketing può ancora decollare, ma solo con numeri e test furbi.

28 October 2025