Email Marketing non è morto: lo stai solo usando male (e ti spiego come farlo volare) | Blog
homepage socialnetwork valutazioni e recensioni mercato dei compiti e-task
carrello abbonamenti archivio delle ordinazioni ricarica il bilancio attiva il codice promozionale
programma di partnership promozione gratuita
assistenza clienti FAQ informazione recensioni
blog
public API reseller API
accessoregistrazione

blogEmail Marketing Non…

blogEmail Marketing Non…

Email Marketing non è morto lo stai solo usando male (e ti spiego come farlo volare)

Smettila con le newsletter fotocopia: scrivi come una persona, non come un volantino

Smettila con le newsletter fotocopia: i destinatari non vogliono leggere un volantino impacchettato male. Parla come faresti a un collega al bar, non come il reparto marketing alle quattro del pomeriggio. Un tono umano crea curiosita, fiducia e aperture vere.

Fai tre cose subito: abbassa il registro, spezza le frasi lunghe e sostituisci il gergo con parole semplici. Usa il nome del destinatario quando possibile, poni una domanda che inviti a rispondere e lascia qualche spazio bianco: la leggibilita conta piu di dieci bullet senza anima.

  • 🆓 Esempio: Apri con una riga che sembri un messaggio personale, non una headline.
  • 🚀 Trucco: Sostituisci i superlativi con una prova concreta in una frase corta.
  • 💬 CTA: Un solo invito chiaro per email, niente menu di opzioni che confondono.

Struttura pratica: subject che invoglia, preview che completa la promessa, primo paragrafo che racconta una microstoria e poi il valore. Mantieni un solo obiettivo per ogni invio e misura le risposte; A B test su due parole nel subject vale oro.

Vuoi velocizzare la prova sociale senza perdere la voce umana? Prova una soluzione rapida e discreta come consegna nello stesso giorno Instagram followers e concentra la creativita sul messaggio, non sul rumore. Testa, ascolta, migliora.

Oggetti che si aprono da soli: 7 idee di hook per scatenare il clic

L'oggetto è il varco: se lo attraversano, hai una conversazione; se lo ignorano, hai un file nel cimitero della posta. Qui trovi sette hook pratici, testabili e con un tocco di spirito per trasformare ogni riga di oggetto in una calamita per il clic.

Segreto: Prometti una rivelazione esclusiva o un trucco poco conosciuto — la tua audience ama sentirsi insider. Scadenza: Inserisci una scadenza credibile o una quantità limitata per attivare l'urgenza senza urlare allarmismi.

Numero: I numeri funzionano: "3 modi per..." o "5 errori che..." danno subito struttura e aspettativa. Domanda: Una domanda ben piazzata spinge la mente a rispondere e quindi a cliccare per verificare la risposta.

Controversia: Sfida un luogo comune con tono giocoso, non aggressivo — basta un pizzico di pepe per generare curiosità. Beneficio: Metti il vantaggio in testa: "Risparmia 2 ore" o "Aumenta conversioni" sono promesse concrete che guidano l'attenzione.

Curiosità: Lascia un vuoto informativo: una frase incompleta o un dettaglio mancante crea FOMO cognitiva che spinge ad aprire per colmare il gap. Abbina sempre un preview text che completi il teaser.

Non improvvisare: testa un hook per campagna, misura open e click, varia lunghezza (30–50 caratteri come punto di partenza), personalizza quando possibile e non temere di usare emoji con parsimonia. Scegli un solo elemento primario per ogni oggetto e ripeti il test: il successo nasce dall'esperimento costante, non dalla magia.

Segmentazione furba: manda il messaggio giusto, alla persona giusta, nel momento giusto

La segmentazione non e solo un optional da aggiungere alla checklist: e la differenza tra inbox ignorata e inbox amata. Con poche semplici regole puoi trasformare ogni invio in un piccolo colpo di classe, quello che fa aumentare aperture e click senza infastidire i tuoi contatti. Non serve complicarsi la vita, serve strategia.

Inizia mappando tre assi pratici: comportamento recente, posizione nel customer journey e preferenze dichiarate. Esempio concreto: chi ha comprato negli ultimi 30 giorni riceve upsell mirati, chi ha abbandonato il carrello riceve promemoria personalizzati e chi legge solo contenuti formativi riceve risorse utili invece delle offerte. Meglio 10 microsegmenti pertinenti che una lista unica enorme.

Per agire subito prova questi tre approcci:

  • 🚀 Segmento: crea gruppi basati su azione concreta come apertura, click o acquisto per invii super rilevanti.
  • 💁 Tempistica: invia secondo il ciclo del cliente: welcome, nurture, riattivazione con cadence diversa.
  • 🤖 Contenuto: varia la creativita in base allinteresse: promozione per chi compra, valore per chi esplora.

Automatizza i flussi ma non automatizzare il pensiero: imposta trigger chiari, fai A/B test su subject e anteprima, misura CTR, revenue per segmento e tasso di disiscrizione. Parti con un esperimento piccolo, scala i vincitori e migliora ogni ciclo. Con questo approccio le tue email smettono di essere fastidio e diventano opportunita concrete.

Automazioni che vendono mentre dormi: flussi essenziali dalla prima iscrizione al riattivo

Non serve inviare una newsletter ogni settimana sperando che qualcosa esploda: serve una macchina fatta di micro-flussi che si attivano al momento giusto. Parti dal primo messaggio dopo l iscrizione: ringrazia, consegna valore immediato (un link, un coupon, un tutorial) e chiedi una piccola azione che confermi interesse. Questo aumenta apertura e fiducia in 48 ore.

Il drip di onboarding deve essere breve e focalizzato: tre email in sette giorni con un mix di educazione, prova sociale e micro-offerta. Usa soggetti che risolvono obiezioni, segmenta in base al comportamento (ha cliccato? ha aperto?) e sostituisci contenuti manuali con varianti dinamiche per mostrare solo cio che conta a ogni utente.

Per spingere le vendite immediatamente entra il flusso di recupero carrello e il post-abbandono: attiva il primo promemoria entro un ora, un secondo con prova sociale a 12 ore e una terza con sconto mirato a 48 ore. Monitora revenue per invio e non temere di testare percentuali diverse di sconto.

Dopo la conversione non finisce tutto: attiva un welcome post-acquisto che ringrazia, chiede feedback e propone upsell rilevante entro 3–7 giorni. Se vuoi velocizzare la crescita del canale che supporta queste automazioni, considera anche strategie per aumentare l audience — ad esempio come ottenere Telegram followers per portare più prospect nei tuoi flussi.

Infine, il riattivo: segmenta gli inattivi e invia una serie di messaggi a bassissimo rischio (contenuto esclusivo, reminder personalizzato, offerta limitata). Misura tassi di riattivazione e pulisci la lista: meno contatti freddi significa deliverability migliore e automazioni piu profittevoli.

Numeri che contano davvero: come leggere tassi di apertura, clic e conversioni per ottimizzare

Non servono tabelle sacre: i benchmark sono solo punti di riferimento, non leggi divine. Per far volare davvero le tue campagne devi leggere i numeri come storie: il tasso di apertura racconta chi ha notato l'oggetto, i clic chi ha interagito col contenuto e la conversione chi ha cambiato comportamento. Ti spiego come interpretarli e agire subito.

Il tasso di apertura va sempre contestualizzato: sottrai i bounce e confrontalo su periodi, non su singole campagne. Controlla la deliverability, usa seed list per verifiche e osserva trend settimanali. Suggerimento pratico: A/B test su oggetti e preview, e segmenta nuovi iscritti da quelli già attivi.

I clic sono il vero termometro dell'engagement. Non guardare solo CTR per destinatario: guarda anche il Click-to-Open Rate (CTOR) che misura la qualità del contenuto per chi ha aperto. Se aprono ma non cliccano, semplifica la CTA, metti un bottone grande, ottimizza per mobile e usa copy orientato all'azione.

  • 🚀 Apertura: misura attenzione iniziale; testa oggetti e ora di invio.
  • 🔥 Clic: indica interesse reale; migliora CTA, design e posizionamento link.
  • 👍 Conversione: valuta risultato finale; allinea landing, tracciamento e offerta.

La conversione richiede attributi chiari: imposta micro e macro-obiettivi, traccia funnel e considera ritardi di acquisto. Se i clic ci sono ma le vendite no, il problema è spesso la landing o la promessa. KPI pratici: monitora trend, testa ogni settimana e misura il valore per invio, non solo percentuali. Così l'email marketing torna a essere una macchina che converte, non solo una lista di numeri.

02 November 2025