Non è la fine del mondo: senza cookie sei costretto a diventare creativo e strategico. Trasforma ogni visita in una conversazione con il brand: raccogli segnali first-party (interazioni, pagine viste, tempo, preferenze espresse) e smetti di inseguire ID che evaporano. Dati così sono più puliti, proprietari e utilizzabili.
Primo passo pratico: costruisci percorsi di valore per convertire traffico in consenso. Offri gated asset intelligenti, quiz che profilano, micro-sconti in cambio di email, login social e una UX che spiega chiaramente il vantaggio per chi visita il sito. Implementa server-side tracking e API di conversione per stabilità e meno dipendenza dal browser.
Metti tutto in un unico repository: CDP o data layer strutturato, con eventi standardizzati e mappatura degli attributi. Normalizza, de-duplicare e arricchisci i profili con segnali contestuali come fonte di interesse e frequenza. Segmenti dinamici = messaggi più rilevanti; non servono milioni di punti, serve quello giusto.
Attiva campagne personalizzate: creatività dinamiche basate su intent, offerte mirate in tempo reale e journey triggerati dagli eventi. Testa continuamente con A/B e cohort analysis; misura lift e attribuzione privacy-safe. Automatizza rollout e rollback per non sprecare budget quando un esperimento va male.
Il vero vantaggio competitivo arriva quando trasformi insight in processi: feedback loop rapido, regole di automazione per scalare e dashboard chiare per il team. Chi capisce i propri utenti e agisce più velocemente batte la concorrenza. Inizia oggi a raccogliere first-party con spirito sperimentale e mentalità prodotto.
Mettere la AI al lavoro per creatività che converte significa smettere di creare varianti a caso e iniziare a progettare esperimenti strutturati. Traccia il funnel, scegli la KPI principale (CPA, ROAS o conversion rate) e della misurazione fai il tuo faro: prompt pensati, output standardizzati e test A/B continui.
Prompt efficaci non sono magia: sono istruzioni brevi, contestuali e vincolate. Definisci persona, tono, formato e lunghezza massima; fornisci esempi buoni e cattivi; chiedi sempre 3 varianti con CTA diverse. Salva i prompt migliori come template per risparmiare tempo e mantenere coerenza creativa.
Quando generi asset, pensa in micro‑varianti: headline, immagine, descrizione e bottone. Genera in batch, filtra con una checklist rapida (coerenza brand, leggibilità, compliance) e non pubblicare tutto: seleziona solo la top 20% per il test live, riducendo sprechi e costi di media.
Test A/B smart: cambia una variabile alla volta, mantieni audience e budget costanti e lascia al test il tempo per raggiungere significatività statistica. Prioritizza metriche di conversione e costo per acquisizione, non le vanity metric; scala solo le varianti che superano la baseline con numeri solidi.
Nelle timeline dove l'attenzione dura mezzo swipe, 6 secondi non sono un limite: sono il tuo vantaggio competitivo. Un micro-video ben pensato cattura lo sguardo, comunica il valore e lascia un imprint emotivo senza chiedere troppo tempo. Il formato funziona su mobile, non richiede audio obbligatorio e si presta a loop che rinforzano il messaggio.
Pensa la struttura come tre battiti: apertura, promessa, chiamata all'azione. Apertura = immagine forte o domanda che interrompe lo scroll; promessa = mostra il beneficio in modo concreto (prima/dopo, risultato, saving); chiamata = un micro-CTA chiaro (clic, swipe, scopri) con un invito visivo. Ogni secondo conta: concentra la creativita sui primi 2-3 secondi.
Produzione smart: gira verticale, usa close-up e movimento, aggiungi sottotitoli sovrapposti e un suono che si riconosce anche a livello molto basso. Non servono effetti costosissimi: contrasto cromatico, contrasto di scala e un gesto riconoscibile bastano per creare memorabilita. Anche il loop deve sembrare naturale.
Ecco 3 micro-scripting template pronti da testare subito:
Metti in piedi test rapidi: crea 3 versioni (diverso hook, diversa prima scena, CTA alternata), misura CTR, view-through e conversione micro-funnel. Scala la variante vincente e investi il resto del budget in reach. Brevità non significa improvvisazione: sperimenta, misura, ripeti, e vedrai i 6 secondi generare risultati che spesso superano spot molto piu lunghi.
Un approccio brandformance non è un ossimoro: è la strategia che ti permette di far convivere awareness e ROAS senza moltiplicare il budget. Smetti di pensare in compartimenti stagni e inizia a far dialogare campagne upper-funnel con quelle di conversione, sfruttando i segnali di visibilità per migliorare il costo per acquisizione. Il punto non è spendere di più, è orchestrare meglio.
Pratico e concreto: definisci funnel a livelli ma condividi creatività modulari che si adattano al contesto (short video per awareness, varianti con CTA per retargeting). Misura cose diverse in momenti diversi — CPM per reach, ROAS per lato conversione — e imposta regole che spostino automaticamente budget verso i formati che mostrano uplift. Piccoli aggiustamenti continui battono grandi ristrutturazioni una tantum.
Ecco tre leve rapide da mettere in pratica subito:
Chiudere il cerchio richiede esperimenti misurabili: gruppi di controllo, frequency caps per ridurre sprechi e report che collegano impression a valore. Non serve raddoppiare il budget, serve ridirigerlo con metodo e curiosità: 6 settimane di test, poi scala. Se funziona, sorridi; se non funziona, impari e iteri più in fretta.
Non serve uno spammer tecnologico per vincere: oggi vince chi sa segmentare rispettando la privacy. Combina dati first-party puliti, segnali contestuali e micro-consensi per costruire audience che convertano senza inseguire cookie scomparsi. È più umano, più solido e — sorpresa — spesso più economico.
Primo passo: fai un audit dei touchpoint e identifica quali eventi sono veramente utili (registrazioni, carrelli, interazioni in-app). Trasforma ogni evento in un attributo di segmento e privilegia la qualità rispetto alla quantità. Usa modelli semplici per aggregare segnali anonimi: cohorting e scoring valgono più di 1000 cookie.
Per scalare senza perdere etica, applica queste leve pratiche: costruisci lookalike su utenti con consenso esplicito, mixa targeting contestuale con segnali comportamentali anonimi, sposta parte del tracciamento server-side e sfrutta clean rooms per collaborazioni sicure. Automazione e regole trasparenti mantengono controllo e compliance.
Testa in cicli rapidi: sperimenta un segmento, misura CPA e retention, poi scala i vincitori. Se vuoi una formula rapida: Testa — Misura — Scala. Con una strategia privacy-first non solo eviti multe: costruisci un vantaggio competitivo duraturo che i competitor dovranno imitare.
Aleksandr Dolgopolov, 18 November 2025