Il segreto delle Analytics fai-da-te: traccia come un Pro (senza un analista) | Blog
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blogIl Segreto Delle…

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Il segreto delle Analytics fai-da-te traccia come un Pro (senza un analista)

Parti in 30 minuti: setup zero-code e dashboard che parlano chiaro

Inizia come se stessi preparando un caff e non una maratona: scegli uno strumento zero code, apri il template piu comodo e punta ai dati che gia hai. In trenta minuti puoi avere feed funzionanti da fogli Excel, pixel o semplici CSV, senza scrivere una riga di codice. L idea e partire piccolo, misurare quello che conta e iterare subito.

Procedura pratica: Iscriviti alla piattaforma, collega le sorgenti dati (Google, Meta, CSV), seleziona un template di dashboard e attiva l aggiornamento automatico. Se ti perdi, usa la funzione di auto mapping per far combaciare metriche e dimensioni in pochi click. Bonus: imposta un refresh ogni 15 o 30 minuti per vedere i numeri cambiare in tempo quasi reale.

Design che risolve e non confonde: punta su tre KPI principali, una serie temporale per capire trend e una vista top per canali o campagne. Evita tabelle infinite e preferisci grafici semplici. Aggiungi filtri rapidi per segmento e un alert per deviazioni critiche, cosi la dashboard ti segnala quello che merita attenzione senza disturbare il resto.

In trenta minuti ottieni insight condivisibili, link pronto per il team e esportazioni pronte per il report mensile. Non cercare la perfezione al primo colpo: prova, correggi, e dopo qualche sprint avrai una dashboard che parla chiaro e ti fa sentire come un piccolo grande pro.

Cosa va tracciato davvero: 8 eventi che spostano l'ago (il resto è rumore)

Non serve una squadra di analisti per capire cosa muove davvero il tuo prodotto: scegli poche azioni chiave e misurale con precisione. Gli insight utili non nascono da dashboard infinite ma da eventi concreti che raccontano comportamenti ripetibili. Imposta subito eventi che rispondono a domande pratiche — chi compra, chi si iscrive, dove si blocca il flusso — e il resto diventerà solo rumore di fondo.

1 - Acquisto: registra valore, valuta e id prodotto; è il segnale più diretto di ROI. 2 - Iscrizione/Creazione account: fondamentale per misurare lead-to-user. 3 - Aggiunta al carrello: cattura interesse e alimenta campagne di recupero. 4 - Avvio checkout: individua attriti nel processo di pagamento.

5 - Invio modulo/Lead qualificato: traccia lead form con campo di origine e qualità. 6 - Click su CTA principale: download, prova gratuita o demo: misura la risposta alle tue proposte. 7 - Consumo contenuto chiave: play video, completamento articolo o tempo su pagina per valutare engagement. 8 - Condivisione/Referral: segnala passaparola e crescita organica.

Pratica rapida: assegna nomi coerenti (es. purchase_complete), invia proprietà utili (user_id, product_id, value, source), evita duplicati e testa in ambiente di sviluppo. Implementa 1–4 nella prima sprint, poi 5–8; usa questi eventi per creare funnel semplici e report azionabili. Così, senza consulenti costosi, vedrai subito quali leve spingere per crescere.

UTM a prova di errore: naming, modelli e link che non mentono

Un sistema UTM ben fatto è come un GPS per i tuoi dati: evita deviazioni misteriose e racconta la verità sulle campagne. Prima regola pratica — definisci uno schema condiviso (utm_source, utm_medium, utm_campaign, utm_content, utm_term), mettilo per iscritto e fallo rispettare: niente nomi ad hoc, niente maiuscole casuali, niente spazi. Usa sempre lowercase e separatori coerenti (trattino o underscore) per non frammentare le sorgenti nei report.

Per avere link che non mentono, crea un modello semplice e replicabile:

  • 🚀 Fonte: scegli descrittori chiari come facebook, newsletter, organic
  • ⚙️ Medium: standardizza su valori riconosciuti: cpc, social, email, affiliate
  • 👍 Campagna: usa YYYYMMDD_nomeprodotto_ver o promo, evita caratteri speciali

Automatizza: crea un foglio di lavoro con template e convalida via regex, oppure usa script che costruisce URL automaticamente e li prova con il debugger. Se vuoi vedere esempi pratici e template pronti per i social prova Twitter piattaforma di boosting per capire come mappare servizi, piattaforme e metriche con lo stesso approccio.

Checklist veloce: 1) nessuno spazio o maiuscole nei parametri; 2) pre-test dei link in un browser in incognito; 3) registro delle versioni per sapere chi ha cambiato cosa; 4) script di controllo che segnala parametri mancanti. Implementando questi piccoli rituali trasformi l'UTM in una fonte affidabile di insight, non in una palla di neve di dati sporchi. Vai, traccia come un pro — senza dover chiamare l'analista ogni volta.

Gratis ma potente: Looker Studio + Google Sheets per insight a vista

Se vuoi analizzare senza aspettare l'analista, la coppia Looker Studio + Google Sheets è il tuo arsenale gratuito: Looker Studio per visualizzare come un pro, Sheets per preparare, pulire e trasformare i dati con formule familiari. Rapido, economico e sorprendentemente potente.

Per partire: prepara un foglio con intestazioni pulite, importa dati con IMPORTRANGE o esporta CSV, poi in Looker Studio scegli Google Sheets come sorgente. Connetti, seleziona il range e definisci tipi di campo: date, metriche, dimensioni. Niente fronzoli: una tabella ben strutturata fa metà del lavoro.

Ottimizza i calcoli in Sheets (QUERY, ARRAYFORMULA, REGEXEXTRACT) e usa Looker Studio per unire sorgenti via Blending. Se hai più fogli, IMPORTRANGE o script di Apps Script possono automatizzare l'aggiornamento. Controlla la cache dei dati in Looker Studio per evitare ritardi.

Visualizza con criterio: una scorecard per il KPI principale, grafici a linee per trend e tabelle pivot per le segmentazioni. Usa filtri e controlli per rendere il report interattivo e limita colori e metriche per non confondere il lettore.

Infine, sperimenta: copia il report, crea una dashboard settimanale e aggiungi trigger Apps Script per esportare snapshot. In pochi passi vai da zero a insight affidabili, senza spendere un euro e senza aspettare l'analista.

Alert intelligenti: email o Slack quando succede qualcosa di importante

Immagina un sistema che ti manda una mail o un messaggio Slack non appena qualcosa di importante succede — senza dover chiamare l'analista alle 3 di notte. Con gli alert intelligenti puoi trasformare i numeri in notifiche utili: rispondi prima, sprechi meno tempo e mantieni il controllo anche con risorse limitate.

Non serve magia: scegli poche metriche critiche, definisci soglie sensate e usa filtri per evitare il rumore. Preferisci regole basate su percentuali o deviazioni dalla media piuttosto che valori fissi; aggiungi finestre di tempo (es. non notificare durante manutenzioni) e configura escalation (prima email, poi Slack #oncall). Se possibile attiva anche una semplice rilevazione di anomalie per segnali non lineari.

Esempi pronti da copiare e incollare:

  • 🚀 Spike Traffico: +50% in 1h da una singola sorgente — potrebbe essere una campagna o traffico fraudolento.
  • 🤖 Anomalia Conversione: calo >20% rispetto alla media settimanale — controlla landing e checkout.
  • 🔥 Errore Critico: aumento dei 5xx o drop del 99% nelle pagine cruciali — allerta immediata al team.

Testa ogni alert con dati storici, documenta cosa fare quando suona e ritocca le soglie dopo la prima settimana: la vera potenza è iterativa. Con un po' di logica e le giuste integrazioni email/Slack, sarai pronto a reagire come un pro senza avere un pro sempre accanto — e questo è il cuore dell'Analytics fai-da-te.

Aleksandr Dolgopolov, 13 November 2025