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L’Email Marketing non è morto sei tu che lo stai facendo male (ecco come rianimarlo)

La verità sui tassi di apertura: come far dire “sì” già dall’oggetto

Il soggetto non e solo una riga: e il biglietto da visita della tua email. Se non convince, tutto il resto resta nel dimenticatoio. Per aumentare i tassi di apertura smetti di pensare a tecnicismi astratti e comincia a misurare reazioni: curiosita, utilita e fiducia. In pratica, l oggetto deve promettere valore, non vendere aria.

Regole rapide e concrete: personalizza dove puoi, usa verbi all imperativo per invitare all azione, inserisci numeri quando rendono l offerta tangibile e mantieni il testo breve (idealmente 30-50 caratteri, o meno su mobile). Evita le parolacce da spam come "gratis" ripetuto e troppi punti esclamativi. Fai sempre almeno due test A/B: uno con nome del destinatario, uno con leva emozionale diversa. Nei risultati cerca non solo aperture ma le aperture che portano a conversione.

  • 🚀 Personalizza: mettere il nome aumenta la percezione di rilevanza e apre piu caselle.
  • 🆓 Urgenza: quando e reale, spinge all apertura; quando e artificiale, distrugge fiducia.
  • 🐢 Tempo: invia quando il tuo pubblico legge; non seguire solo l orologio standard.

Vuoi accelerare i test senza perdere tempo a crescere la lista manualmente? Prova a semplificare il workflow e, se ti serve un boost rapido per validare soggetti e segmenti, dai un occhiata a ordinare Instagram followers espressa per capire come si muove l engagement in piccole campagne. Piccoli esperimenti, grandi lezioni: modifica uno elemento alla volta e scala solo cio che funziona.

Soggetti che scaldano i pollici (e le vendite): 7 formule da copiare e testare

Se le open rate sembrano una maratona con le scarpe da bagno, non disperare: spesso basta un soggetto che sappia accendere la curiosita e abbassare lo scetticismo. Qui trovi sette formule pratiche, testate in tante newsletter, pensate per smuovere il pollice, spingere l apertura e preparare la vendita senza sembrare spam.

🆓 Offerta: "Solo 24 ore: prova gratuita per X"; 🚀 Risultato: "Aumenta le vendite del 30% con questo piccolo cambio"; 💥 Scarsita: "Ultimi 5 posti per il workshop"; 🤖 Personalizzato: "Nome, pronto a risparmiare sul prossimo ordine?"; 💁 Curiosita: "Quello che tutti ignorano su Y e ti costa caro"; 🔥 Social proof: "Oltre 2.000 imprenditori hanno gia scelto Z"; 👍 Domanda: "Vuoi semplificare il tuo lavoro in 10 minuti?"

Non copiare e incollare a testa bassa: metti in pratica un piano di test rapido. A/B test tra due formule, misura open rate e CTR in 48 ore, poi segmenta per device e ora di invio. Personalizza con nome o reparto solo se aiuta la promessa, altrimenti lascia spazio al beneficio netto.

Scarica questi template nella tua raccolta, prova tre variazioni su campioni piccoli e scala la vincente. Piccoli esperimenti = grandi risvegli per la tua email list: prova, misura, ripeti.

Segmentazione senza mal di testa: parla a persone, non a liste

Fare segmentation non deve essere un incubo tecnico o una scusa per inviare ancora la stessa newsletter a tutti. Parla a persone, non a liste: significa pensare a cosa vogliono ricevere oggi, non a cosa hai in archivio da anni. Anche poche regole semplici rendono le email rilevanti e apribili.

Inizia con tre segmenti pratici: clienti attivi, interessati ricorrenti e dormienti. Usa dati semplici come ultima apertura, ultimo acquisto e categorie viste per spostare automaticamente un utente da un segmento all altro. Non servono centinaia di campi per cominciare, bastano criteri comprensibili e facili da aggiornare.

Poi automatizza con microesperienze: una serie di benvenuto per i nuovi, contenuti su misura per chi ha mostrato interesse per una categoria e una campagna di riattivazione per chi non interagisce da tempo. Sfrutta blocchi dinamici nelle email per variare titolo e offerta senza creare decine di template diversi.

Misura sempre con obiettivi chiari: tasso di apertura mirato, click per segmento e valore generato per contatto. Pulisci regolarmente la base e prova test A/B sulle righe oggetto e sulle call to action. Con questa mentalita pratica, la segmentazione diventa uno strumento che salva tempo e aumenta conversioni, non un mal di testa inutile.

Automazioni che lavorano mentre dormi: dal benvenuto alla riattivazione

Immagina un team che non prende pause caffè: le automazioni sono questo, e lavorano davvero mentre tu dormi. Non sono magie, sono sequenze intelligenti che accolgono, educano e spingono all'azione senza che tu prema "invia" ogni mattina. Il trucco è progettare flussi che somiglino a conversazioni, non a spam robotico.

Parti dalla porta: una welcome series ben fatta aumenta fiducia e aperture. Esempio pratico: email 1 (immediata) ringrazia e consegna valore; email 2 (48 ore) mostra come usare il prodotto con 2-3 consigli; email 3 (7 giorni) contiene social proof + micro-CTA. Timers, tag e proprietà dinamiche ti permettono di adattare il percorso passo dopo passo.

Sfrutta i trigger comportamentali: abbandono carrello, pagine viste ripetute e download diventano eventi che attivano messaggi contestuali. Personalizza l'oggetto con il prodotto visto e proponi la soluzione al freno d'acquisto (recensione, garanzia, low-stock). Così trasformi l'intenzione in conversione senza disturbare chi non mostra interesse.

Per i contatti freddi costruisci un flow di riattivazione: prima 1-2 email di valore, poi un'offerta mirata, infine pulizia della lista. Oggetti come «Ci sei ancora?» o «Abbiamo riservato questo per te» funzionano se seguono contenuto realmente utile. Se dopo il percorso non aprono, archiviali e rialloca il budget su chi interagisce.

Monitora aperture, CTR e conversioni per ogni nodo della journey: solo così capisci dove intervenire. A/B testa subject, CTA e timing; controlla deliverability e rimuovi i persistenti non-engagers. Piccole ottimizzazioni hanno spesso più impatto di campagne mastodontiche — e con automazioni ben disegnate la posta lavora mentre tu fai altro.

Metriche che contano davvero: smetti di fissare le vanity e punta al fatturato per invio

Smettila di fissare open rate e click totali come fossero oracoli: quelle sono metriche di vanita che raccontano piu la curiosita che la cassa. Il numero che ti salva la giornata e il budget marketing e il Revenue per invio. Calcolo semplice: entrate attribuite alla campagna diviso numero di email inviate. Spostare il focus qui significa smettere di ottimizzare per l'ego e iniziare a ottimizzare per il fatturato reale.

Per misurarlo veramente servono abitudini pratiche: integra ESP ed ecommerce per riconoscere order_id, tagga ogni link con UTM coerenti e scegli una finestra di attribuzione (48-72 ore o quella che funziona per il tuo prodotto). Test A/B? Scommetti sul miglioramento di revenue, non sul CTR. Monitora anche tasso di conversione e AOV: a volte aumentare il valore medio dell'ordine rende meglio di raddoppiare le aperture.

Le leve per alzare il revenue per invio sono tattiche e replicabili: segmenta per comportamento e valore, invia offerte personalizzate, usa prodotti dinamici e recovery flow per carrelli abbandonati. Regola la frequenza per evitare fatigue: pochi messaggi mirati producono piu vendite di mille mail generiche. Controlla la deliverability e pesta la lista inattiva: inbox raggiunta = chance di conversione.

Esempio pratico e action list: invii 10.000 email e attribuisci 1.000 euro di vendite = €0,10 per invio. Se con segmentazione e copy migliori a €0,15 hai +50% di revenue senza aumentare il budget. Misura quel numero, fallo vedere al CFO e impostalo come KPI delle campagne: testare, misurare revenue, iterare. Piccoli aggiustamenti, grandi risultati.

Aleksandr Dolgopolov, 17 December 2025