L’Email Marketing non è morto: lo stai solo facendo male | Blog
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blogL Email Marketing…

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L’Email Marketing non è morto lo stai solo facendo male

Apri le caselle, non ferire le pupille: soggetti che fanno clic, non sbadigli

Basta subject line che strappano sbadigli: la prima riga della mail decide se il destinatario apre, ignora o cestina. Non serve essere melodrammatici, servono micro promesse chiare, ritmo e uno spunto emotivo. La soglia di attenzione oggi e bassa, quindi ogni parola conta; piccole mosse come rimuovere frasi superflue o aggiungere una parola numerica possono cambiare tutto.

Poche regole da applicare subito: privilegia vantaggi concreti, poni una domanda che genera curiosita, e personalizza quando possibile con nome o riferimento esplicito. Evita esagerazioni che deludono e testa variazioni diverse. Se vuoi anche spingere un esperimento su canali correlati, prova acquistare Telegram boosting per osservare come cambia il comportamento di apertura e quale messaggio converte meglio.

Formule che funzionano e che puoi adattare: Curiosita (esempio: "Scopri cosa succede stanotte"), Urgenza ("Ultime 24 ore per ricevere"), Social proof ("Oltre 2.300 utenti hanno gia scelto"), Personalizzazione ("Per te, Giulia: un codice speciale"). Usa emoji con parsimonia per aggiungere tono, non come sostituto del messaggio.

Non dimenticare test A/B continui, anteprima mobile e una linea preheader che rinforzi l oggetto. Misura open rate ma soprattutto click e conversione: un oggetto che apre senza generare azione non paga. Cambia una sola variabile per volta, annota risultati e scala cio che funziona. Oggetto dopo oggetto, il tasso di apertura sale e la casella smette di far male alle pupille.

Stop ai muri di testo: email che si leggono in 8 secondi

Le email lunghe sono come romanzi in metropolitana: pochi arrivano alla fine. Se vuoi che il tuo messaggio venga letto in 8 secondi, scrivi come parli, taglia la floscia marketing e regala valore netto subito. Prima riga: promessa. Seconda riga: beneficio. Terza riga: cosa fare adesso. Semplice, veloce, memorabile.

Oggetto e preview sono gli eroi che fanno aprire. Usa frasi corte, spezza il testo e metti in evidenza i micro-benefici con grassetto. Spazi bianchi e paragrafi brevi aiutano la scansione visiva: i lettori scorrono, non studiano. Non riempire la seconda riga con slogan vuoti, sfruttala per guadagnare fiducia.

CTA? Non un labirinto: un bottone, una riga di supporto e un link chiaro con promessa breve. Testa tutto su mobile e misura il click-through prima di fare scale. Se cerchi ispirazione o template rapidi, guarda LinkedIn servizio di boosting sicuro per esempi pratici di sequenze che funzionano.

Fai A/B test anche sui micro-elementi: emoji sì/no, 30 vs 50 caratteri nel campo oggetto, verbo in forma imperativa o domanda. Piccoli cambiamenti possono trasformare un messaggio ignorato in uno che converte. Le email rappresentano arte della sintesi: impara a dire molto con poche parole e vedrai risultati.

Segmenta senza mal di testa: invia il messaggio giusto alla persona giusta

Segmentare non significa complicare: significa smettere di spedire roba casuale e iniziare conversazioni che portano risultati. Parti con pochi segmenti pratici — ad esempio nuovi iscritti, clienti recenti e chi non apre da tempo — e impara da ogni invio. Con piccoli passi otterrai grandi salti in metriche utili, senza diventare schiavo di regole infinite.

Prendi i segnali che gia hai a disposizione: aperture, clic, ultima visita, categoria di prodotto vista o comprata, e anche la fonte di iscrizione. Aggiungi tag semplici per interesse e lingua, poi usa token dinamici per rendere ogni oggetto e preheader piu rilevante. Un messaggio che sembra scritto per la persona giusta batte mille messaggi generici.

La cadenza conta quanto il contenuto. Testa due frequenze e due finestre orarie, fai A/B su oggetto e preview text e misura per segmento. Non esiste una frequenza universale: c e chi compra ogni settimana e chi vuole solo offerte mirate. Scegli vincitori e scala con criterio, non con speranze.

Automatizza il lavoro ripetitivo: welcome series, post-acquisto con cross-sell, recupero carrelli e sequenze win-back. Imposta regole semplici per spostare contatti tra segmenti in base al comportamento. E programma una pulizia: piu di 6 mesi senza interazione merita una campagna di re-engagement o cancellazione.

Misura quel che conta realmente: CTR, revenue per recipient, conversion rate per segmento e costo per acquisizione. Ogni settimana scegli due numeri, fai un test rapido e applica la lezione. Segmentare bene trasforma invii in relazioni e relazioni in vendite: semplice, pratico e senza mal di testa.

Automazioni che lavorano mentre dormi: welcome, nurture e win-back che convertono

Immagina che le tue campagne lavorino anche quando tu non ci sei: non serve magia, serve strategia. Le automazioni ben progettate trasformano ogni primo contatto in una conversazione, ogni interesse in un micro-impegno e ogni abbandono in un secondo tentativo. Il bello? Una volta impostate, girano in loop e amplificano il tuo tempo come un moltiplicatore invisibile.

Non partire da modelli generici: definisci il percorso del singolo contatto, scegli micro obiettivi e imposta trigger precisi. Se ti serve un punto di partenza pratico per canali social collegati alla tua strategia email, dai un occhiata a ottenere Instagram servizio di marketing per capire come integrare acquisizione e nurturing.

  • 🚀 Welcome: Accogli con valore immediato: benefit chiari, aspettative e primo micro-CTA.
  • 🤖 Nurture: Sequenze basate sul comportamento: contenuti utili, social proof e piccoli stimoli allazione.
  • 🔥 Win-back: Offerte mirate, soggetti curiosi e un chiaro incentivo per tornare.

Misura tutto: aperture, click, conversioni e valore a lungo termine. Testa oggetti, tempo e segmenti, e ricorda che anche un cambio minimo di copy può cambiare la curva. Le automazioni non sono set and forget: sono un sistema vivo che si affina con dati reali e un pizzico di creativita.

Misura, testa, migliora: A/B test che trasformano metriche in vendite

Se la tua newsletter somiglia a un messaggio in bottiglia, non serve magia: serve metodo. Trasformare percentuali e click in fatturato richiede test ragionati, non intuizioni estemporanee. Metti ordine nelle ipotesi e trattale come esperimenti veri, con obiettivi chiari.

Inizia scegliendo una sola variabile per test: oggetto, preheader, call to action, layout o momento di invio. Per ogni test scrivi una ipotesi del tipo "se cambio X allora Y migliorera", poi definisci la metrica principale da monitorare: open rate, CTR, tasso di conversione o valore medio dellordine.

Una checklist rapida per partire:

  • 🆓 Soggetto: prova tono emozionale vs descrittivo e misura apertura e CTR
  • 🚀 CallToAction: testi brevi vs dettagliati, bottone vs link in linea e misura conversione
  • 💥 Invio: mattina vs sera o giorno feriale vs week end per capire preferenze di apertura

Non improvvisare numeri: calcola la dimensione campionaria minima, imposta una durata minima del test e rispetta la significativita statistica prima di dichiarare un vincitore. Esegui un A/A rapido per verificare la piattaforma e usa segmenti per capire differenze tra audience.

Collega sempre le metriche allobiettivo finale: non limitarti alla CTR, misura il valore medio per destinatario e la revenue incrementale. Quando trovi una variante vincente, automatizza linvio al resto della lista e costruisci un playbook di test ripetibili per scalare i risultati.

Piccoli esperimenti, iterazioni frequenti: questo e il segreto per trasformare dati in vendite reali. Smetti di sparare nel buio, misura con cura, testa con metodo e migliora senza sosta.

Aleksandr Dolgopolov, 13 November 2025