Basta con le newsletter fotocopia che sembrano uscire da una macchina del tempo anni 2000. Se il tuo messaggio non parla al singolo destinatario, viene ignorato. Segmentare non e solo mettere tag in un CRM: e mettere nella mailbox di ogni persona un motivo concreto per aprire, leggere e cliccare.
Inizia semplice e pratica: non servono 27 campi, servono segmenti che generano azioni. Prova a suddividere la lista per comportamento, valore e preferenze; poi manda messaggi diversi con obiettivi chiari. Ecco tre segmenti da testare subito:
Personalizza subject, preview text e CTA in base al segmento. Traccia aperture, click e conversioni: anche una variazione di 5% nel tasso di apertura puo cambiare il fatturato. Se vuoi strumenti per accelerare i test e dare una spinta alle tue liste, dai un occhiata a Twitter pannello SMM economico per idee e supporto pratico.
Fai piccoli esperimenti, misura e scala quello che funziona. La newsletter non e morta, pero lottare per l attenzione richiede strategia: segmenta, personalizza, vinci.
Il primo scontro avviene ancora prima che il messaggio venga aperto: il soggetto decide chi resta e chi finisce nel cestino. Punta su chiarezza e promessa concreta invece di mistero fine a se stesso. Metti subito il beneficio: risparmio, tempo guadagnato o una soluzione pratica. Non dimenticare il preview text come alleato per completare la frase iniziata dal soggetto.
Prova formule semplici ma efficaci: 3 trucchi per risparmiare 30 minuti al giorno, Risultati reali in 7 giorni, Offerta valida solo oggi. Personalizza dove possibile con nome o categoria d’interesse per aumentare l apertura. Evita clickbait e false promesse: apertura ottenuta con inganno genera solo unsubscribe.
Dentro il messaggio mantieni la promessa. Struttura in tre blocchi chiari: apertura che conferma il motivo per cui l utente ha cliccato, contenuto utile e operativo con esempi concreti, call to action unica e visibile. Usa paragrafi corti, punti boldati e una immagine se serve per spiegare velocemente. Se la soluzione richiede passaggi, fornisci un mini sommario con link ai dettagli.
Misura e affina: testa due soggetti ogni invio, segmenta per comportamento e attiva automazioni per chi apre ma non converte. Piccoli miglioramenti regolari alla linea editoriale e ai testi trasformano il soggetto da semplice etichetta in leva di valore. Ricorda: un buon soggetto promette, il contenuto mantiene.
Immagina che ogni nuova iscrizione entri in una macchina gentile che nutre curiosità e fiducia mentre tu dormi: non si tratta di spam, ma di conversazioni programmabili che guidano verso la prima vendita e oltre. La chiave è l'intenzione: offrire valore prima della richiesta.
Progetta flussi brevi e concreti: welcome in 3 email (benvenuto, social proof, offerta soft), carrello abbandonato con promemoria + incentivo, e post-acquisto per cross-sell. Usa dati comportamentali per segmentare in tempo reale e preferenze per inviare solo cio' che interessa veramente.
Per iniziare, identifica 3 trigger ad alto impatto e costruisci micro-funnel a basso rischio: visita prodotto → reminder utile, aggiunta al carrello → notifica con prova sociale, primo acquisto → email educativa. Se vuoi un boost rapido per testare social proof su Instagram puoi valutare ottenere subito Instagram followers e misurare l'effetto sulle conversioni.
Non essere invasivo: rispetta timing e frequenza, fai opt-in esplicito, usa linee d'oggetto trasparenti e offri sempre un modo semplice per scegliere. Sii umano: un tono colloquiale, riferimenti personalizzati e offerte contestuali funzionano molto meglio di push aggressivi.
Misura come un detective: revenue per flusso, tasso di apertura, CTR e attribuzione. Itera con A/B test su subject, CTA e delay. Con automazioni intelligenti e rispetto per il destinatario, l'email torna a essere la rendita passiva che meriti.
La deliverability non è magia nera: è una combinazione di tecnica, rispetto e buon senso creativo. Se le tue email spariscono nel limbo delle cartelle spam o vengono ignorate, il problema quasi mai è il messaggio in sé ma il modo in cui il mondo tecnico e umano ti vede. Metti a posto le basi tecniche, cura la relazione con gli iscritti e smetti di trattare la posta come un megafono indistinto.
Parti dal fondamentale: autenticazione e reputazione. SPF, DKIM e DMARC devono essere configurati e verificati per il tuo dominio; il mittente deve essere riconoscibile e coerente. Se invii grandi volumi considera un IP dedicato e un piano di warm‑up graduale. Controlla i bounce, rimuovi i hard bounce e limita i soft bounce ricorrenti: ogni indirizzo “morto” peggiora la tua reputazione.
Non fermarti a una singola check list: testa con seed list, monitora tassi di apertura, click, reclami e spam trap hits. A/B test su oggetto, mittente e frequenza; pulisci periodicamente la lista e premi chi interagisce, reengage chi tace e addio chi non risponde. Con tecniche semplici e disciplina creativa, le tue email torneranno a bussare alla porta giusta: quella della Posta in arrivo.
Il tasso di apertura somiglia allo sguardo distratto: dà soddisfazione egoistica, ma non paga le bollette. Se vuoi rianimare le campagne devi smettere di inseguire vanity metric e concentrarti su indicatori che impattano davvero obiettivi commerciali e rapporto con il cliente. Misurare utile significa trasformare dati in azioni ripetibili.
Qui ci sono tre metriche pratiche da monitorare ogni settimana:
Come usarle: segmenta per comportamento e valore, lancia flussi di riattivazione sui freddi, testa subject e landing con A/B e traccia le conversioni per coorte. Fissa soglie operative (es. CTR sotto X o conversione sotto Y) che attivino azioni automatiche: riformulazione del messaggio, test creativi, o pulizia della lista.
Se vuoi supporto pratico o strumenti per accelerare i test, visita Twitter servizio di boosting — ma ricorda: prima misura, poi ottimizza. Le metriche giuste sono il defibrillatore delle tue email, non un semplice cosmetico.
Aleksandr Dolgopolov, 29 November 2025