Aprire un vuoto nella testa del lettore non significa lasciare una frase sospesa per pigrizia. È una tecnica intenzionale: crei uno spazio mentale che segnala incompleto. Quel piccolo fastidio spinge a cercare la soluzione, e il click diventa il modo piu semplice per ottenerla.
La psicologia lo chiama gap informativo. Quando scopriamo una discrepanza tra quello che sappiamo e quello che potremmo sapere, il cervello la marca come priorita da risolvere. Su LinkedIn questo si traduce in maggiore attenzione, piu tempo sulla pagina e magari un commento che parte la conversazione.
Usa una formula pratica: promessa concreta + vincolo temporale o numero + un cliffhanger che non svela tutto. Esempio rapido: "Come ho raddoppiato i lead in 30 giorni senza advertising. Il punto 3 ti sorprendera". Non dire tutto, ma fai capire che vale la pena cliccare.
Micro copy che funziona: apri con una domanda che genera dubbi, metti un numero per credibilita, usa verbi attivi e termina la preview con una leva di esclusivita. Evita aggettivi vaghi e frasi autoreferenziali che chiudono la curiosita.
Sperimenta con due headline diverse ogni settimana e misura il CTR. Se il vuoto non funziona, modifica la promessa o rendi il vincolo piu stringente. Curiosita mirata e test continuo sono la combinazione che trasforma impressioni in click reali.
Quando qualcuno scorre LinkedIn e vede “Mostra altro”, hai mezzo secondo per catturare l'attenzione. Le prime due righe sono l'amo: non dare via la pesca subito. Considerale come la headline di un articolo — breve, intrigante e con un punto interrogativo o una promessa che non sveli completamente; se incuriosisci, il resto verrà letto.
Scrivi la prima riga per generare curiosità (una domanda, una cifra sorprendente o un piccolo paradosso). La seconda riga deve alzare la posta senza risolvere il mistero: un micro-antefatto che obbliga il lettore a cliccare per capire. Evita il riassunto: se racconti tutto, non c'è motivo per espandere.
Regole pratiche: usa numeri concreti, emoji calibrate e verbi in azione; non usare gergo aziendale che addormenta. Lunghezza ideale? Una frase per riga o due frasi brevissime. Struttura testata: riga1 = shock/curiosità; riga2 = promessa di valore; poi nel body dai la soluzione con esempi pratici. Mantieni il tono colloquiale: su LinkedIn l'umano vince sempre sul burocratico.
Infine, testa sistematicamente: cambia una parola, misura i click con gli analytics integrati e tieni il campione per almeno 3 post prima di decidere. Non servono magie, servono piccoli esperimenti continui e attenzione al dettaglio. Scrivi le prime due righe come un gancio — non come un riassunto — e vedrai le aperture crescere: è una leva semplice, veloce e potentissima.
Ferma il pollice con un titolo-link che parla al cervello visivo: numeri concreti, contrasti netti e parole che evocano immagini. Non serve essere clickbait; serve creare una promessa chiara che il lettore possa "vedere" in un istante.
Regole rapide: usa un numero quando possibile, metti una parola d'effetto in apertura (Scopri, Come, Perché), e crea contrasto tra aspettativa e realtà. La scouting mentale deve durare meno di un secondo.
Sperimenta variazioni brevi: prova parentesi, simboli o emoji (con misura), e controlla performance. Se un titolo non converte, sposta il numero, cambia il verbo, aumenta il contrasto — spesso la differenza è una parola sola.
Infine, misura e scala: testa A/B, salva i titoli vincenti in un swipe file e riusali seguendo il principio più visivo = più click. Un piccolo tweak può esplodere i tuoi click su LinkedIn.
Un volto nel feed fa saltare il freno a mano della curiosita: la gente scrolla per conto proprio ma clicca se vede occhi che la guardano. Scegli inquadrature pulite, sorriso naturale e contrasto tra figura e sfondo. Evita pose rigide: un volto leggermente decentrato con contatto visivo diretto aumenta il tempo di attenzione e la predisposizione a scoprire il post.
Il microtesto in sovraimpressione e il font fanno il 50% del lavoro visivo. Poche parole, verbo dazione, massimo 5–7 parole: parla come se avessi 2 secondi. Posiziona il testo vicino al volto ma senza coprire gli occhi, usa grassetto per la parola chiave e lascia margini larghi per funzionare anche su mobile.
I colori che spiccano non sono solo saturazione: sono gerarchia visiva. Usa sfondi che non competono con il volto, riserva il colore piu acceso per il punto di click e testa varianti in piccolo per misurare la CTR. Se vuoi provare variazioni e vedere risultati rapidi puoi iniziare con Instagram servizi di promozione. Piccoli test ripetuti battono grandi restyling una tantum: duplica il visual vincente, scala e ripeti.
Su LinkedIn i click arrivano quando chiedi poco e chiaro. Invece di proporre un impegno stile matrimonio, punta a micro azioni che richiedono un secondo. Un piccolo passo oggi spesso diventa una relazione vera domani.
Esempi pratici: chiedi di commentare con un emoji se condividono l idea, invita a scrivere SI nel commento se vogliono il materiale, proponi il download immediato di un cheat sheet. Ogni micro richiesta riduce l attrito.
Come costruire la CTA: metti un verbo forte all inizio, limita la scelta a una sola azione e usa parole che promettono velocita. Non complicare. Chiedi una sola azione e fallo bene, il resto arrivera per effetto domino.
Posizionala con cura: prima riga finale del post, richiamala nel primo commento o inseriscila nella grafica. Spazio bianco, verbo immediato e niente frasi da catalogo aumentano la probabilita di click.
Misura e ottimizza: testa due varianti per una settimana, conta click e commenti, scegli la versione che muove piu persone. Piccoli aggiustamenti alla CTA spesso portano a grandi salti di engagement.
Un trucco finale: abbina la micro azione a valore istantaneo tipo ricevi 3 template gratis in 30 secondi. La curiosita e il vantaggio tangibile rendono la CTA irresistibile e fanno esplodere i click.
Aleksandr Dolgopolov, 14 December 2025