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Landing page: servono ancora nel 2025 La verità che nessuno ti dice

Il mito del link in bio: perché non basta a far convertire

Molti pensano che mettere un link in bio sia la soluzione definitiva: pubblica, clic, vendi. Sbagliato. Quel link spesso raccoglie solo curiosità , non conversioni. Il click è il biglietto per entrare, non lo spettacolo. Se non c'è un messaggio coerente tra post e destinazione, il visitatore si perde e le metriche belle (click) non si trasformano in metriche utili (vendite, lead).

Il problema pratico? Frizione: pagine lente, troppe opzioni, zero contesto personalizzato. Strumenti come Linktree vanno bene per profilare, ma se mandi tutti alla stessa vetrina perdi l'occasione di guidare l'azione. Soluzione immediata: un micro-landing dedicato per ogni campagna, con un solo obiettivo e un solo pulsante. Riduci i campi del form, evita menu e distrazioni, rendi tutto mobile friendly.

Dettagli che cambiano la conversione: headline che riprende il post, proof sociale visibile, valore chiaro entro 3 secondi, call to action forte e benefit esplicitato. Aggiungi UTM per riconoscere le sorgenti, installa pixel per il retargeting e abbi sempre una versione A/B per testare copy o immagine. Misura il tasso di conversione, non solo i click.

Un piccolo piano d'azione: crea una micro-landing per la prossima campagna, focalizzati su una sola conversione e misura. Il link in bio resta utile per orientare il traffico, ma la landing è dove si conclude lo scambio. In poche parole: il link apre la porta, la landing fa lo spettacolo. Curala come fosse il tuo miglior venditore.

5 segnali che dimostrano che stai perdendo lead senza una landing

Hai traffico ma niente contatti? Prima di dare la colpa agli algoritmi, controlla questi segnali: sono i piccoli sintomi che mostrano come i lead scivolano via senza che tu te ne accorga. Non serve fare magia, serve mettere ordine: un percorso chiaro, un messaggio unico, e una chiamata all azione che la gente capisce al primo sguardo.

  • 🐢 Abbandono: tante visite e tassi di conversione bassissimi, come se gli utenti si perdessero prima di decidere.
  • 💥 Confusione: offerte multiple o CTA differenti che collidono tra loro e spengono la voglia di iscriversi.
  • 💬 Dati confusi: analytics che non rispondono o campagne che non vengono tracciate, quindi non sai cosa ottimizzare.

Gli altri due segnali sono più sottili ma ugualmente letali: moduli troppo lunghi o richieste inutili fanno scappare chi vuole solo ottenere valore in fretta; e landing generiche che non riprendono il messaggio dell annuncio creano attrito cognitivo. Azione rapida: dimezza i campi del form, mantieni una sola CTA e fai un A/B test sulla value proposition. Poi imposta UTM ed eventi per vedere davvero cosa funziona.

Se non hai tempo per sperimentare, prova una soluzione pratica e veloce: economico YouTube servizio ti mette una pagina operativa in poco tempo e ti aiuta a smettere di perdere lead per errori evitabili.

Quando saltarle: casi reali in cui una pagina non serve e cosa usare al posto

Non tutti i progetti hanno bisogno di una pagina di atterraggio costruita ad arte. Se vendi su marketplace con feedback consolidati, se la maggior parte del tuo traffico arriva da campagne con un singolo prodotto a basso prezzo o se gestisci un locale che vive di passaggio, spesso la pagina aggiunge frizione invece di togliere attrito. Meglio puntare sulla semplicità e sulla velocita di conversione.

Esempi reali: un brand che lancia una collezione limited edition tramite influencer ottiene meglio con story shopping e link in bio diretti al carrello; un evento locale raccoglie piu iscrizioni usando un modulo nel profilo social invece di una landing multi sezioni; una promozione flash funziona meglio con un checkout one click integrato nell annuncio.

Alternative pratiche e immediate: collegare l annuncio direttamente alla pagina prodotto con checkout ottimizzato, usare chatbot e messaggistica per qualificare e acquistare in chat, attivare la funzione shop sulle piattaforme social, distribuire un link deep che apre l app con la scheda prodotto, o usare un micro sito a una sola sezione con focus sulla CTA. Queste soluzioni riducono i passaggi e migliorano il tasso di conversione quando la narrazione non richiede spiegazioni lunghe.

Regola pratica: testa sempre. Fai un A B tra landing completa e flusso diretto, misura CPA e tempo alla vendita. Se il tuo prodotto e complesso, o devi profilare l utente, mantieni la landing. Se la metrica che conta e la velocita di vendita, prova prima il percorso piu corto. Velocita, chiarezza e meno click sono spesso la vera arma segreta.

Anatomia di una landing nel 2025: elementi che fanno schizzare il tasso di conversione

Non serve un dizionario per capire cosa funziona: la parte alta della pagina deve urlare valore in meno di 3 secondi. Un headline chiaro e specifico, una proposta di valore sintetica e un sottotitolo che risponda subito alla domanda "che ci guadagno?" costituiscono il primissimo filtro. Usa un benefit tangibile, evita i giri di parole e metti subito il CTA in vista: quando l'utente capisce il vantaggio, la retina e la volontà di cliccare fanno il resto.

Il look conta più che mai: un hero visual coerente, foto autentiche o uno short video (mute, senza autoplay aggressivo) costruiscono attenzione. Aggiungi social proof reale: recensioni con nome, badge di sicurezza, numeri verificabili o loghi di clienti. Non scrivere solo "migliaia di clienti": mostra una prova concreta. Sii onesto: la credibilità aumenta il tasso di conversione più di qualsiasi microcopy patinato.

Call to action e microcopy sono l'ossatura operativa. Usa verbi di azione ai primi posti, colori contrastanti e microcopy che anticipano obiezioni ("nessuna carta richiesta", "rimborso entro 30 giorni"). Riduci la frizione: form con 1-3 campi, placeholder intelligenti, autofill e messaggi di errore inline. Su mobile pensa a tasti grandi, input numerici per telefono e una CTA sticky. La velocità di caricamento? Non è negoziabile: meno di 2 secondi o perdi utenti.

Infine, misura e migliora: heatmap, session replay e test A/B settimanali ti dicono cosa funziona davvero. Personalizza dove puoi: headline dinamiche secondo la sorgente di traffico, offerte diverse per segmenti e proof mirati. Non aver paura di tagliare elementi estetici se non convertono: meno è spesso meglio. E ricorda, una landing efficace è viva — aggiorna, testa, e ripeti con curiosità da detective e l'impertinenza di chi sa che la conversione è un'arte praticata con metodo.

Checklist in 60 secondi: test rapidi per decidere se tenerle o tagliarle

Hai 60 secondi? Perfetto: niente giri di parole, solo test fulminei che ti dicono se una landing page merita spazio nel funnel o va tagliata senza rimpianti. Prendi il telefono, apri la pagina da mobile e segui questi check one by one, senza scuse.

  • 🚀 Traffico: 10 visitatori reali in 48 ore? Se nessuno resta, la pagina non attrae; prova una piccola campagna per validare il pubblico.
  • 🐢 Velocità: 3 secondi o meno? Se la pagina carica piu lenta, rimuovi widget inutili e immagini pesanti, o butta via il template pesante.
  • 🔥 Conversione: 1 microazione ogni 50 visitatori? Se non hai microconversioni (click, iscrizioni, scroll profondi), semplifica CTA e testo.

Come interpretare i risultati in 15 secondi: 3 su 3 = tienila e scala; 2 su 3 = mantienila ma testa una versione snella per 30 giorni; 1 o meno = taglio diretto o trasformazione in redirect su pagina che funziona. Sempre documenta i numeri: tempo di caricamento, tasso di microconversione, sorgente traffico. Non indovinare.

Bonus pratico: imposta un esperimento A/B rapido, abbassa le distrazioni, mischia copy breve con immagine singola e misura per 2 settimane. Se dopo 14 giorni la pagina non gioca il suo ruolo, saluta e reinvesti il tempo su canali che rendono. Sii spietato ma empirico: il marketing intelligente taglia quando serve e reinveste dove funziona.

Aleksandr Dolgopolov, 26 November 2025