Immagina milioni di visitatori: una splendida cifra nei report, ma se non li porti in un luogo progettato per convertire, finiscono per vagare come turisti digitali. Il traffico senza una piazza d'atterraggio è rumore; quel clic non paga l'affitto. Serve un approccio che trasformi la visita in micro-impegno, non solo in visibilità.
Oggi i link portano ovunque: homepage, feed, schede prodotto, bio Instagram o collezioni infinite. Il risultato? Tassi di rimbalzo che fanno sorridere gli analisti e svuotano il conto. Senza una destinazione pensata perdi la narrazione che conduce dalla curiosità all'azione — e il funnel diventa un labirinto.
Non serve per forza una landing page tradizionale: basta un atterraggio progettato. Ecco tre elementi rapidi da sperimentare subito:
Pratica: mappa le sorgenti di traffico, assegna intenti e crea varianti ultrabrevi per ogni canale. Usa moduli inline, widget di chat o pagine prodotto ottimizzate come mini-landing; misura micro-conversioni (clic sul CTA, iscrizioni, download) e imposta test A/B continui per capire cosa realmente funziona.
In sostanza, il vero rendimento non sono le impressioni ma i percorsi che chiudono vendite o relazioni. Se smetti di inseguire solo numeri e inizi a progettare ogni atterraggio, il traffico comincerà davvero a pagare l'affitto. Metti la porta giusta davanti al visitatore.
Ci sono rarissime occasioni in cui puoi evitare la landing page: quando il funnel è brevissimo, l'offerta è immediata e il pubblico arriva da un touchpoint che converte nativamente. Non è pigrizia, è scelta: test rapidi su prodotti low-ticket o contenuti virali meritano velocità, non pagine lunghe.
Salta la LP se ogni click ha già un checkout integrato, il tracking è lineare e misuri facilmente il CPA. Anche le campagne su brand già forte o le campagne di retargeting con moduli inline possono farne a meno senza tragedie — purché tu sappia cosa misurare e non perda dati lungo il percorso.
È pura follia eliminarla quando vendi SaaS caro, fai B2B con più decision maker, o se servono garanzie legali e documentazione visibile. Se il traffico è pagato e costoso, una landing page ottimizzata ti salva soldi: ti permette di testare headline, ridurre il bounce e migliorare il ROAS.
Vuoi la via di mezzo? Usa pagine prodotto minimaliste per test e tieni una variante di landing per chi entra da annunci. Se ti serve social proof rapida per aumentare i click, prova soluzioni esterne come acquistare espresso Facebook followers prima di investire milioni in creatività.
Regola d'oro: non dichiarare morte la landing page senza averla messa veramente alla prova. Scegli micro-esperimenti, misura conversioni reali e scala la soluzione che dimostra valore. A volte la semplicità vince, altre volte serve l'eroe con una buona headline.
Nel labirinto delle conversioni del 2025 non c'è più un vincitore assoluto: c'è il contesto. Il "test del clic" che tutti citano misura micro-decisions — chi clicca, quando e perché. Se vuoi un'ipotesi rapida, guarda la sorgente del traffico e la sua intenzione: l'utente freddo esplora; quello caldo vuole cliccare subito. Misura CTR, tempo al primo clic e percorso dopo il click per capire chi porta davvero valore.
La homepage spesso trionfa quando il pubblico cerca scoperta: traffico organico, referral o utenti che non conoscono ancora il prodotto. Offre percorsi multipli, contenuti che persuadono gradualmente e segnali di brand. Ma attenzione: più scelta = più frizione. Se la tua homepage non guida con micro-CTA e contenuti gerarchici, perderà il test anche contro una landing spartana ma diretta.
La landing page invece vince nei test di clic quando il messaggio è iper-targettizzato: una promessa chiara, una sola azione e zero distrazioni. Elementi pratici da mettere subito in checklist: headline benefit-driven, prova sociale visibile, CTA above the fold, caricamento sotto 1,5s. Se ti serve prova sociale immediata per accelerare la fiducia, prova a comprare Twitter followers consegna espressa con cautela e testare l'effetto sulle conversioni.
La regola pratica? Segmenta, testa e misura: split traffic 50/50, tieni metriche primarie (conversioni) e secondarie (engagement), raccogli almeno 1.000 visite per test robusto. Usa heatmap e registrazioni per scoprire perché il clic arriva o si perde. Prova anche varianti per fascia oraria e dispositivo: spesso la vincitrice cambia tra mobile e desktop. E ricorda: piccoli miglioramenti cumulativi sulle micro-conversioni spesso battono un redesign totale.
Non serve rifare tutta la landing ogni volta che i numeri non convincono. Spesso la differenza tra una pagina che latita e una che converte e una serie di tweak veloci, mirati e testabili: niente sacri rituali, solo piccoli esperimenti che portano risultati reali.
Questi sono cinque interventi da fare in 10 minuti ciascuno, anche senza squadra di designer. Applica uno per volta, misura con un semplice A/B test e tieni solo quello che migliora i tassi: una strategia leggera, pratica e senza drammi.
4) CTA che funziona: cambia testo, colore e posizionamento. Prova verbi in prima persona come Inizio ora invece di Invia, aggiungi microcopy che elimina dubbi e aumenta la chiarezza dellazione.
5) Snellisci il form e aggiungi segnali di fiducia. Elimina campi non necessari, usa placeholder utili, mostra badge e una testimonianza breve vicino al submit per ridurre lattrito e aumentare affidabilita.
Ultimo passo: misura e iterazione. Non fidarti dellistinto solo per molto tempo; lancia varianti, registra metriche e continua a scalare i tweak vincenti. Piccoli passi, grandi risultati — e meno panico quando la conversione balla.
Partire da un annuncio su LinkedIn e trasformare curiosi in lead davvero caldi non e magia: e un percorso strutturato in tre mosse che privilegia conversazione e valore, non solo clic. In pratica si tratta di rompere la catena fredda delle landing page tradizionali e costruire momenti di contatto che spingono avanti la relazione.
Alcuni trucchi pratici: testa due creatività, traccia CTR e risposte ai messaggi, limita la sequenza automatica a 3-5 tocchi e inserisci sempre un elemento umano entro il secondo contatto. Scrivi scripts corti per i primi DM, prepara 2-3 objection handlers e automatizza solo la parte ripetibile.
Risultato? Landing page non morte, ma ridimensionate: diventano uno degli step, non il cuore del funnel. Se vuoi numeri, prova questo esperimento rapido: 1 annuncio, 1 messaggio personalizzato per chi clicca, 1 invito alla call. Misura CPL e tasso di qualificazione: vedrai che la conversazione paga molto piu del solo form.
Aleksandr Dolgopolov, 20 December 2025