Il primo messaggio che arriva dopo la registrazione deve far sentire accolto, non messo in coda. Lascia al flusso il timing: il sistema automatizzato invia subito e poi scala i follow up, ma metti tu il cuore e la voce. Scrivi come una persona reale, con ritmo naturale, frasi brevi e un tono che rifletta il tuo brand.
Pratica concreta: invia subito una mail di benvenuto chiara e calda, poi una seconda a 2-3 giorni con valore pratico e una terza solo se serve. Usa il nome del destinatario e dettagli rilevanti, evita frasi generiche come grazie per la registrazione. Spiega cosa aspettarsi nelle prossime settimane e indica un piccolo passo da fare entro 7 giorni. Mantieni una sola call to action principale.
Non essere un robot: cura oggetto e preheader come una mini storia, aggiungi una firma personale con nome e ruolo e inserisci un reply-to che risponda davvero. Un piccolo P.S. con un bonus curioso o un link utile aumenta le aperture. Limita i link a uno o due per non distrarre, e considera una foto o un elemento umano che rassicuri.
Sistema automatizzato per il timing, creatività per il contenuto: segmenta fin da subito. Chi apre entra in un ramo diverso da chi non apre, chi clicca in un altro ancora. A/B testa oggetto e CTA, misura aperture, click e risposte. Se non hai dati, prova due versioni su un campione prima di applicare a tutta la lista.
Regola pratica: delega la puntualita al sistema automatizzato, ma non la voce al template. Rivedi i testi ogni mese, aggiorna i riferimenti e chiedi feedback con una domanda semplice. Una welcome mail ben scritta trasforma il primo saluto in relazione, e questa la vera automazione che porta valore.
Lo scopo è semplice: automatizza le tappe ripetitive (lead scoring, invii basati sul comportamento, drip per onboarding) e riserva al copy umano i messaggi che decidono la conversione. Progetta la journey come una mappa: i percorsi sono automatici, gli snodi critici sono manuali. Li scrivi tu, perché sono quelle frasi che fanno scattare curiosità, fiducia o desiderio.
Procedura pratica: mappa il percorso del lead e identifica i momenti ad alto impatto (prima apertura, prova gratuita, abbandono carrello, follow-up post-acquisto). Automatizza le transizioni e i trigger tecnici, ma scrivi a mano i messaggi di svolta: subject, primo rigo, prova sociale breve e offerta. Segmenta per intent, imposta finestre di attesa basate sul comportamento e limiti di frequenza per evitare spam. Usa token dinamici dove davvero fanno la differenza, non ovunque.
Misura e itera: testa A/B subject e primo paragrafo, confronta CTR e conversione per ciascun snodo e monitora cohort nel tempo. Quando una email scritta a mano supera la versione automatica, scala tono e struttura ma mantieni controlli e aggiornamenti periodici. Scrivi versioni brevi e umane, evita gergo e liste infinite: 5 varianti, due test rapidi, poi scala la vincente. Il segreto è il mix tra automazione scalabile e copy che fa clic.
Automatizza la programmazione dei contenuti evergreen per mantenere costante la presenza senza essere schiavo del calendario. Per evergreen intendo pillole di valore, mini guide, case study e testimonianze che restano utili nel tempo: riproporle con rotazione aumenta reach e consolida messaggi. Imposta slot fissi (esempio 2 3 volte a settimana), ruota varianti di copy e crea una libreria taggata per pescare sempre il contenuto giusto.
Per non sembrare un robot metti regole semplici e pratiche: usa template con variabili (nome prodotto, risultato numerico, emoji), alterna aperture diverse e aggiungi riferimenti aggiornabili come anno o dato recente. Automatizza solo dove il rischio di anacronismo e basso e integra un workflow di approvazione umana. Aggiungi test A B su copy e orari per ottimizzare la rotazione.
Le hot take invece vanno scritte live e pubblicate con velocita. Prepara alert per trend, salva tre angle pronti e assegna una persona con autonomia decisionale per pubblicare entro lora doro del trend. Punta su un hook forte, un dato a supporto e una call to action che inviti alla conversazione. Modula tono ed emoji in base al canale e all audience per mantenere autenticita e reattivita.
Workflow pratico: 70/30 evergreen versus real time; pianifica evergreen per orari di bassa affluenza e riserva gli slot primari per le hot take. Usa strumenti di scheduling per volume e tool di social listening per gli spunti live. Automazione come copilota: gestisce il volume, tu mantieni la voce.
Lascia all'algoritmo il lavoro sporco dei test: varia asset, posiziona budget e scopri combinazioni che non avresti nemmeno pensato. Ma non regalargli tutto il cervello: blocca l'offerta, il prezzo psicologico e l'angolo strategico. L'idea è semplice — automazione per ripetere e misurare, controllo umano per decidere chi vincerà la partita del posizionamento sul mercato.
In pratica, programma campagne con una matrice di varianti (creatives, formati, micro-CTA) e imposta regole di budget che favoriscano le versioni con migliori KPI. Non automatizzare la value proposition: il messaggio che fa scattare l'acquisto, il tono ironico o empatico, e l'unico beneficio che rende il prodotto desiderabile devono uscire dalla tua penna. Considera l'algoritmo come un laboratorio di prove, non come l'autore del romanzo.
Workflow consigliato: lancia test broad per 7–14 giorni, lascia che l'algoritmo trovi pattern, poi intervieni con A/B umano su angolo e offerta. Se una creatività vince, non cambiare l'offerta subito: prova prima micro-ottimizzazioni di copy. Così avrai il meglio di entrambi i mondi — performance data-driven e messaggi che suonano autentici, non robotici.
Automatizza le parti ripetitive del flusso editoriale: briefing standard, controllo SEO, pubblicazione e distribuzione multicanale. Questo ti libera tempo per la cosa che conta davvero — scrivere ganci umani che catturano. Qui spiego come bilanciare regole, template e creatività senza sembrare un robot.
Per i briefing costruisci un template che includa obiettivo, pubblico, tono, CTA e metriche di successo. Genera automaticamente bozzetti con strumenti che risparmiano tempo, ma poi applica il tuo tocco: controlla l apertura, aggiungi esempi concreti e scegli manualmente il titolo migliore. Il template accelera, la revisione conserva la personalità.
Il controllo SEO si può automatizzare con checklist e tool: meta title, meta description, alt immagini, canonical, schema e suggerimenti per long tail keyword. Lascia però a te la scrittura dell incipit emotivo e delle headline: gli strumenti aiutano l indicizzazione, ma sono le parole umane che ottengono il click.
Distribuzione e riproposizione vanno programmate: scheduling su canali diversi, trasformazione in microformati, invii newsletter segmentati e riuso evergreen. Prepara varianti di lead-in per target diversi e salva template per il primo commento. Automatizza i tempi, non le conversazioni.
Tre micro-rituali da automatizzare subito:
Regola d oro: automatizza il lavoro sporco, non la voce. Prima imposti processi che scalano, poi scrivi tu i ganci, le microstorie e le call to action che trasformano click in fiducia. Prova a scrivere tre aperture diverse e usa i test automatizzati per scegliere la migliore.
Aleksandr Dolgopolov, 13 November 2025