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Marketing Automation senza fregature cosa far fare ai bot (e cosa scrivere tu per vendere il doppio)

Pilota automatico ON: email transazionali, follow-up e nurturing che non hanno bisogno del tuo tocco

Metti il pilota automatico dove conta: le email che confermano, aggiornano e rassicurano devono viaggiare senza il tuo intervento. Le transazionali non sono messaggi freddi ma opportunita seminate lungo il percorso cliente: una conferma d ordine tempestiva, una notifica di spedizione chiara, un reset password rapido. Automatizza i trigger e dedica il tuo tempo a scrivere il copy che vende davvero.

Per scrivere copy che converte anche con il pilota automatico tieni tre regole: chiaro, utile, breve. Soggetti concreti come Ordine confermato: il tuo {prodotto} è in viaggio funzionano meglio di giochetti creativi. Nella prima riga spiega lo scopo, nel corpo dai valore (tracking, next step) e termina con una CTA singola e precisa tipo Vedi lo stato o Continua a comprare.

Tempi e segmenti fanno il resto. Le transazionali sono immediate, i follow up partono dopo 24 72 ore in base al comportamento, il nurturing puo essere weekly o biweekly. Attiva percorsi diversi per chi ha aperto ma non cliccato, per chi ha abbandonato il carrello e per chi ha comprato piu volte. Misura open rate, CTR e revenue per email per capire cosa ottimizzare.

Non lasciare tutto al caso: testa subject e CTA con A B test, mantieni componenti modulari per cambiare blocchi senza riscrivere tutto e crea regole semplici per escalation umana quando serve. Con queste mosse il tuo automation vende di piu senza chiederti di fare gli straordinari.

Tastiera in mano: storytelling di brand, hook degli annunci e CTA che richiedono la tua voce

Quando hai la tastiera in mano, non sei un robot: sei l'autore della fiducia. Lascia che l'automazione faccia il lavoro pesante (segmentazione, timing, invii), ma la storia che racconti, l'angolazione che scegli e il tono che usi devono avere la tua impronta.

Costruisci micro-story: setup (chi è il cliente e quale dolore ha), contrasto (la soluzione usuale fallisce) e payoff (come tu risolvi concretamente). Un annuncio efficace è un racconto in 3 battute: breve, riconoscibile, con un elemento umano.

Per gli hook, prova tre formule: curiosità («Cosa succede se...?»), utilità («Riduci del 30% i tempi di...»), prova sociale («Già 1.200 clienti ci hanno scelto»). Scrivi tre versioni di ogni hook e lascia che il bot faccia i test A/B: gli algoritmi decidono il vincitore, tu decidi il messaggio.

Le CTA devono suonare come te, non come uno script generico. Preferisci verbi specifici e immagini mentali: «Prenota 10 minuti per vedere il risultato», «Prova il nostro template gratis», «Ricevi il piano personalizzato ora». Aggiungi una micro-ottimizzazione: numero, tempo o beneficio concreto.

Workflow pratico: scrivi 3 storie, 3 hook e 3 CTA; caricale nella piattaforma; imposta test e regole di rotazione. Il trucco è delegare l'esecuzione, non la voce: dove l'automazione scala, la tua scrittura moltiplica le vendite.

Segnali d'allarme di un funnel troppo robotico (e come riumanizzarlo in 10 minuti)

Se le tue sequenze sembrano assemblate da un orologio svizzero ma vendono come una sveglia scarica, ecco i segnali netti: risposte zero, aperture basse ma CTR ancora peggiore, messaggi che aprono sempre con "Ciao {name}" senza altra empatia, timing a orari strani e nessuna reference al contesto reale. In pratica si percepisce la macchina, non la persona.

In 10 minuti puoi fare miracoli pratici. 1 Cambia il subject con una domanda personale che suscita curiosita; 2 aggiungi una frase in prima persona che spiega perche ti interessa quel cliente; 3 usa una firma con nome reale e ruolo; 4 chiudi con una domanda aperta invece di linkare direttamente alla landing. Piccoli aggiustamenti, grande differenza.

Esempi da applicare subito: sostituisci "Clicca qui" con "Posso mostrarti un esempio reale?"; inserisci nel corpo una riga con un dato concreto preso da una cliente simile; aggiungi un orario per chiamare che rispetti la timezone; elimina frasi generiche tipo "migliora il tuo business" e metti numeri o micro storie. Micro copy, micro test, macro risultati.

Infine, misura tutto: invia la versione riumanizzata a un campione e verifica reply e tempo di apertura. I bot sono perfetti per segmentare e schedulare, ma la narrazione e la fiducia restano umano centrica. Prendi 10 minuti ogni settimana per rivedere tre messaggi e vedrai le conversioni salire piu rapidamente di quanto immagini.

Prompt e template furbi: accelera la scrittura senza perdere tono e personalità

I prompt non sono righelli freddi: sono scaffali dove mettere i tuoi pezzi migliori. Crea template che separano la materia prima dalla voce: metti variabili per tono, lunghezza, pubblico e punto di forza del prodotto, poi usa una sezione fissa che spiega il tuo brand voice. In questo modo il bot esegue la parte ripetitiva mentre tu conservi controllo sulla personalita e sulle sfumature che vendono davvero.

Un esempio pratico da tenere sempre in tasca: "Persona: {ruolo}, Obiettivo: {azione desiderata}, Prodotto: {nome}, Tono: {tono}, Call to action: {cta}. Scrivi {tipo_contenuto} di {lunghezza} parole usando i punti chiave: {punti} e mantieni il linguaggio semplice e colloquiale." Usa questo scheletro per email, caption, landing copy: cambia solo le parentesi graffe e mantieni il ritmo.

Non dimenticare le microistruzioni che salvano il tono: chiedi esempi di Ironia leggera, vieta cliché e indica parole da evitare. Se ti serve un punto di partenza pronto per sperimentare con i tuoi canali, prova questo collegamento utile: Potenzia gratis il tuo account Instagram e adatta i template ai risultati reali.

Infine, testa come uno scienziato del marketing: due varianti per volta, controllo sulle metriche e feedback qualitativo dai primi 10 utenti che leggono il testo. Mantieni la libreria di prompt viva: versiona, annota cosa funziona, e ricorda che l automazione accelera la scrittura ma non sostituisce la tua firma creativa.

KPI che contano: come capire quando l'automazione batte la tua penna (e quando no)

Non dare per scontato che i bot siano migliori: decide il dato, non il mito. Per capire se l'automazione supera la tua penna tieni d'occhio indicatori concreti, isolando campagne simili e guardando l'effetto sulle vendite, non solo sui click.

Misura: CTR, CR (conversion rate), CPA, deliverability e reply rate. Una regola pratica: se l'automazione alza la CR del 10%+ o abbassa il CPA del 15% rispetto al controllo, ha senso scalare. Se solo i click crescono ma i ricavi restano fermi, è solo rumore.

Occhio ai segnali qualitativi: sentiment dei commenti, richieste di chiarimento, escalation all'assistenza e tasso di abbandono. Se i messaggi automatizzati generano confusione o aumentano i ticket, l'efficienza apparente è un falso positivo: la qualità customer conta quanto la quantità.

Testa sempre con A/B: campioni casuali, durate significative e indicatori primari fissati prima (es. revenue per user). Usa varianti ibride: template automatici + micro-personalizzazioni umane per i segmenti più caldi. Scalare lentamente evita disastri virali.

Pratico: se dopo 3 cicli l'automazione non migliora la CR, riporta parte del flusso a copy umano; se migliora KPIs e riduce tempo umano, automatizza e investi in creative nuove. L'obiettivo? più conversioni, meno scuse.

25 October 2025