Il funnel non è una guerra civile: è uno stadio dove giocano ruoli diversi ma complementari. Chi crede che brand e performance siano finti rivali sta perdendo partite preziose. Il brand costruisce preferenza, fiducia e margini psicologici; la performance trasforma quei segnali in vendite misurabili. Pensali come una coppia che balla: se non si sincronizzano inciampano, ma se lo fanno portano lo show a casa. Il falso dilemma nasce dalla tentazione di vedere solo numeri a breve termine: metriche diverse non equivalgono a nemici, sono strumenti diversi per lo stesso obiettivo.
Primo passo pratico: smetti di litigare sugli insight e comincia a condividere obiettivi. Definite insieme metriche che importano a entrambi — ad esempio CPL + Brand Lift o ROAS su segmenti brand-aware — e fate report che raccontino la storia completa. Mettete in dashboard il LTV e il tasso di ritenzione accanto al CPA, così il team performance smette di trattare la brand awareness come spesa inutile. Budget? Non è una suddivisione statica: sperimenta allocazioni dinamiche che scalano la spesa dove la curva marginale è più alta e rivaluta ogni sprint.
Creative e messaggio sono il collante pratico. Riusa asset di brand per la parte alta del funnel, poi declinali in formati più concreti per la conversione: stessa idea, linguaggio diverso, call-to-action calibrate. Usa elementi riconoscibili — logo, jingle, visual distintivo — per creare continuità e prova trigger narrativi diversi per capire cosa muove davvero le persone. Pianifica test sequenziali: awareness > consideration > conversion con controlli di incrementality, audience holdout e frequency capping intelligenti per non stancare chi ha già visto l'annuncio.
Piccolo piano d'azione: 1) mappa obiettivi e KPI condivisi, 2) destina un budget di sperimentazione per top-funnel, 3) misura con test incrementali e stringi cicli creativi rapidi. Aggiungi una breve retro dopo ogni sprint: cosa ha generato attenzione, cosa ha accelerato le vendite, dove investire di più. Il risultato? Più efficienza, più memorabilità e meno brutte discussioni in riunione. In pratica: smetti di metterli l'uno contro l'altro e fallo diventare un duo imbattibile.
Immagina una ricetta dove ogni ingrediente ha un ruolo preciso: la creativita muove l emozione, i segnali guidano l algoritmo e il budget intelligente orchestra il tutto. Non serve scegliere tra visibilita e performance se progetti contenuti che parlano a entrambi gli obiettivi e li misuri con gli stessi indicatori.
Parti dalla creativita: non serve solo uno spot perfetto, servono varianti pensate per livelli diversi del funnel. Crea formati corti per catturare attenzione, versioni piu raccontate per consolidare brand recall e microcopy orientati alla conversione. Testa velocemente e scala quello che funziona, mantenendo sempre un filo creativo che riconosca il marchio.
In pratica dividi il piano in fasi: esplora con piccoli budget creativi, osserva i segnali che predicono conversioni e riparti aumentando gli investimenti sui formati che generano sia ricordo sia azione. Regole pratiche: frequenza controllata, rotazione creativa costante, e KPIs unificati che parlino sia a brand sia a performance. Il risultato? Una campagna che vende e resta impressa, senza compromessi.
Numeri luccicanti non sono sempre verità. Quando misuri campagne che vogliono portare conversioni e costruire immagine insieme devi imparare a guardare dietro il ROAS e a non considerare il brand lift come un optional da mettere in fondo al report. Qui trovi una bussola pratica per non farti ingannare dai grafici e trasformare i KPI in decisioni pulite e remunerative.
Per il ROAS smetti di leggere il valore assoluto come un mantra. Controlla la finestra di attribuzione, sottrai i costi reali inclusi creatività e tempo del team, e valuta il margine netto per ordine. Metti a confronto cohort diverse: se una campagna porta ROAS alto ma solo grazie a promo profonde o a utenti che avrebbero comprato comunque, non e una vittoria vera. Misura l incrementalità con test A/B o holdout per capire cosa e davvero guidato dall advertising.
Il brand lift e un indicatore che richiede metodo. Non basta un sondaggio generico: definisci baseline, segmenta per esposizione e controlla significativita statistica. Combina misure qualitative — ricordo del messaggio, intenzione di acquisto — con segnali comportamentali osservabili nel tempo, come ricerche organiche e visite dirette. Un incremento piccolo ma stabile nel brand lift puo moltiplicare il valore di lungo periodo molto piu del boost momentaneo delle conversioni.
Regola il mix: assegna budget sperimentale per prove che uniscano creativita di marca e call to action performante. Definisci check settimanali con metriche condivise — ROAS corretto per costi reali e un set di segnali di brand lift con soglie di significativita — poi scala solo quello che migliora entrambi. Semplice da dire, pratico da fare: prova, misura, aggiusta, e ripeti.
Mettere la creativita al centro non e un vezzo da squadra creativa: e la leva che fa brillare il brand e contemporaneamente accelera le conversioni. Un visual potente e un messaggio coerente trasformano impression in attenzione, e attenzione in azione.
La creativita non e separata dai numeri: e il primo fattore che determina CTR, tempo di visione e qualita del traffico. Lavorare creative che raccontano un valore rende ogni test A/B piu rapido e ogni ottimizzazione piu efficace.
Per passare dalla strategia alla pratica prova a esplorare soluzioni rapide e testabili come quelle offerte da miglior Instagram servizio di marketing, dove creativita e performance convivono nel setup operativo.
Regola la frequenza dei test, misura CPA per creativa e mantieni una library di asset performanti. Pochi iter mirati valgono piu di tante campagne confuse: testa, scala, ripeti.
Su Instagram la prima impressione e sacra: un frame cattura, una frase fissa la promessa. Partire con un visual che racconta chi sei e perche vale la pena fermarsi equivale a mettere il fondamento artistico della campagna. Non si tratta di arredare bagno e cucina, ma di costruire uno spazio riconoscibile in 3 secondi.
Usa microstorytelling e microconversioni: un reel con ritmo, una copertina coerente, e un copy che invita all azione senza urlare. Testa due versioni creative che mantengono voce e identita e misura la retention dei primi 3 secondi. Se perdi anima nei primi scatti, perderai anche conversioni successive.
Poi sincronizza performance e brand con segmenti: awareness per nuovi follower, retargeting per chi ha visto il prodotto e un ultimo impulso per chi ha aggiunto al carrello. Attiva pixel, catalogo e UTM giusti, ma lascia spazio alla creativita per ricordare perche il marchio esiste. Il checkout non deve essere freddo, ma coerente con il tono brand.
Sperimenta, scala e non dimenticare il dettaglio umano: risposte rapide, storie dietro le quinte e offerte che sembrano curate. Per chi cerca leve operative immediatamente utilizzabili prova anche compra follower, ma ricorda: i numeri aiutano la performance, l anima vince la fedelta.
Aleksandr Dolgopolov, 25 December 2025