Chi dice che scelta tra performance e brand sia obbligatoria non ha ancora visto un funnel ibrido ben costruito. Non serve scegliere tra vendite immediate e immagine memorabile: serve mettere in fila i pezzi giusti per trasformare curiosi in clienti fidelizzati. Lavorare su ricordo e conversione insieme significa progettare esperienze diverse per momenti diversi del percorso, non inseguire un unico KPI con il martello.
Primo passo operativo: segmenta l audience per intenzione e crea creative dedicate. Un video breve e emotivo per generare attenzione, un messaggio di valore per chi ha mostrato interesse e un offerta chiara per chi e pronto all acquisto. Varieta nei formati, ripetizione strategica e call to action progressive trasformano un touch superficiale in microconverisoni ripetute.
Secondo passo: mixa metriche di performance con segnali di brand. Non limitarti a costo per acquisizione e ROAS, integra anche metriche di ricordo, ricerca brand e CTR su creativity test. Configura A/B test che confrontano sequenze diverse e usa holdout group per misurare l effetto di branding sulla performance a medio termine. Solo cosi capisci cosa funziona davvero e non prendi cantonate basate su vanity metric.
Infine una checklist rapida per partire oggi: 1) mappa customer journey e assegna un obiettivo a ogni fase; 2) produci creativi modulari che raccontano la stessa idea in 3 formati; 3) imposta funnel con retargeting a finestra corta e lunga; 4) misura combinando KPI di conversione e brand. Il risultato? Campagne che vendono oggi e restano nella testa domani.
Nel duello tra performance e brand non serve una collezione infinita di KPI: serve selezionare quelli che guidano decisioni reali senza impazzire tra fogli Excel. Pensa a metriche come frecce in un arco: poche, precise, e calibrate sul ciclo di acquisto. Se misuri troppe cose ottieni confusione; se misuri troppo poche perdi opportunita di ottimizzazione. La regola pratica? Scegli un indicatore di efficienza economica, uno di impatto emozionale e un indicatore operativo per la distribuzione.
Per essere concreti non cedere alla tentazione dei numeri vanitosi. Concentrati su quelli che rispondono a domande utili: sto ripagando il mio investimento, sto costruendo memoria di marca, il messaggio raggiunge il pubblico giusto? Ecco tre metriche da mettere in cima alla lista:
La vera magia nasce quando li combini: usa test di brand lift e holdout per quantificare il recall, poi legalo al ROAS in uno scenario di attribuzione multi touch. Non dimenticare viewability e frequenza come guardrail: un buon recall senza viewability e frequenza corretta e come una scena memorabile in mezzo al traffico. Infine stabilisci soglie semplici e azionabili — ad esempio ROAS minimo, delta di recall atteso e CPA target — e rivedile settimanalmente con split creativi. Con questa impostazione una singola campagna puo dare sia risultati di performance sia migliorare la percezione del brand, senza dover scegliere tra i due mondi.
Pensare in doppio strato significa costruire un messaggio che faccia due lavori insieme: spingere lazione oggi e coltivare la memoria domani. In pratica si traduce in un copy estremamente diretto per convertire e in un visual o microstorytelling che fissi tono e riconoscibilita del brand. Nel brief indica chiaramente entrambi gli obiettivi.
Una struttura pratica: apertura fulminea con hook che comunica offerta e valore nei primi 3 secondi, corpo con prova sociale o beneficio tangibile, chiusura con elemento brand riconoscibile come logo, payoff o un piccolo jingle visivo. Prepara varianti mobile first e long form per placement diversi e pianifica A/B test su hook, creativita e brand cue.
Misura con un mix di KPI: CPA, ROAS e conversion rate per la performance; percentuale di completamento video, CTR su elementi branded e ricerche brand come proxy di consapevolezza. Quando possibile integra survey di brand lift o test di incrementality con cohort di controllo per capire limpatto reale sulla percezione.
Checklist operativa: scrivi un brief con due obiettivi distinti, crea asset modulari per swap rapido di copy e logo, definisci template per iterazioni e stabilisci una routine di test bimensile. Lancia una campagna prova a doppio strato con budget limitato: spesso quella singola campagna, ben progettata, porta risultati sia in cassa sia nella testa delle persone.
Non servono duelli epici tra chi vuole conversioni e chi sogna notorieta: serve una mappa pratica. Parti dal funnel e assegna budget ai risultati, non ai titoli nobili. Un buon punto di partenza per team medi: 60% advertising diretto per acquisizione, 30% brand per tenere caldo il pubblico, 10% sperimentazione creativa. Questo non e una legge sacra, ma una scorciatoia intelligente per evitare la guerra sul foglio Excel.
Fissa KPI diversi per ogni tranche: CPA e ROAS per la performance, ricordo di marca e reach per il brand, engagement e insights qualitativi per gli esperimenti. Se una campagna brand scalda il top of funnel ma non alimenta conversioni, collegala con un flusso di retargeting: i due mondi devono parlarsi, non ignorarsi. Metti limiti di frequency e segmenta i messaggi in base al comportamento.
Quando serve accelerare i test creativi su canali rapidi, non aspettare la luna: sperimenta piccoli boost mirati. Per esempio, per provare nuovi format su TikTok puoi pensare di ottenere reali followers su TT e misurare come cambia lengagement organico e il CTR verso la landing.
Regole semplici per riallocare: misura per almeno 2-4 settimane, poi sposta budget incrementale del 20-30% su cio che scala; non raddoppiare mai tutto in una volta. Taglia con decisione le creativita che sottoperformano per tre cicli di test consecutivi e rialloca quei fondi sui top performer con meta test A/B sul copy e call to action.
Checklist rapida: review settimanale, cohort attribution mensile, una metrica di crescita prioritaria e due guardrail (max CPA e min reach). Con questi strumenti il budget smette di essere campo di battaglia e diventa leva strategica: misurabile, agile e pronta a generare risultati tangibili.
Inizia con un mini esperimento: non scegliere tra brand e performance, incastrali come tessere di un domino. Primo giorno imposti metriche chiare (CPR, ROAS, Brand Lift target) e attivi tracciamento pulito: UTM, Conversion API e almeno un test di brand lift per controllare la percezione. Mantieni il tono giocoso nelle creatività per attirare attenzione.
Giorni 2-7: costruisci il funnel creativo. Prepara 3 varianti di messaggio: Awareness con visual forte, Middle funnel con proof sociale e Bottom funnel con offerta. Assegna budget 40/35/25 e crea segmenti di pubblico: freddo, caldo e retargeting. Crea landings ottimizzate con microcommitment per trasformare curiosi in lead.
Giorni 8-14: attiva campagne test A/B e metriche di brand lift parallele. Fai rotazione rapida dei creativi ogni 4 giorni e misura CTR e view rate. Se un format genera awareness senza conversioni, abbinalo a una sequenza di retargeting personalizzata. Sii pronto a tagliare il 30 percento dei creativi che non performano.
Giorni 15-21: scala quello che funziona e proteggi la brand equity. Aumenta reach mantenendo frequenza sotto soglia, testa lookalike basati sui clienti top e lancia un controllo di brand lift su un campione di utenti esposti vs non esposti. Analizza sentiment qualitativo e verifica se la crescita vendite arriva con aumento della memorability.
Giorni 22-30: sprint finale per la conversione e report azionabile. Metti in campo offerte a tempo, prova bundle e misura ROAS giornaliero; aggiorna creative in base ai segmenti con +20 percento al budget per i segmenti vincenti. Per supporto rapido e boost sicuro prova il nostro Instagram servizio di boosting sicuro e scarica il template operativo.
Aleksandr Dolgopolov, 22 December 2025